mercoledì, Dicembre 18, 2024
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Napoli, il destino del centrodestra ancora appeso agli umori di Maresca

I candidati sono 5, forse sei. Ma potrebbero diventare 4, addirittura 3.

Benvenuti nella grande confusione della campagna elettorale per le amministrative di Napoli dove, fino a pochi giorni fa sembravano definiti i giochi, quanto meno i nomi degli aspiranti sindaco e invece.

A confondere l’elettorato napoletano, in particolare quello di centro destra, ci sta pensando il pm in aspettativa, Catello Maresca che dopo aver passato un mese a sottolineare la sua lontananza dai partiti e ribadire la sua autonomia di candidato civico, ha annunciato durante un incontro con gli abitanti del rione Sanità che potrebbe anche decidere di ritornare al suo lavoro originario e rinunciare alla corsa per lo scranno più alto di palazzo san giacomo.

Ora Lega, Forza Italia Fratelli d’Italia, già spiazzati dal “me ne fotto dei simboli” hanno un motivo in più per individuare un candidato unitario.

Così torna di moda il nome di Sergio Rastrelli, figlio dell’ex governatore Antonio e rappresentante storico della destra napoletana, scelto da Giorgia Meloni e poi congelato in attesa di conoscere le decisioni di Maresca.

Fino a pochi giorni prima, le cronache politiche indicavano Sergio D’Angelo e Alessandra Clemente come possibili rinunciatari e in cerca di possibili accordi con avversari più accreditati come Gaetano Manfredi, sostenuto dalla coalizione di centro sinistra più i cinque stelle.

Insomma, torna a essere un’incognita al momento il numero degli aspiranti sindaco costretti a fare i conti con una lunga campagna elettorale, i cui tempi sono stati condizionati dalla pandemia.

Fino a ottobre potranno succedere ancora tante cose. Senza partiti alle spalle, sta facendo i conti con le spese della maratona elettorale anche quello che più si sta impegnando sul fronte della ricerca del consenso, Antonio Bassolino.

Abituato in passato ad avere forti coalizioni alle spalle, ora costretto a chiedere sostegno finanziario ai napoletani attraverso una campagna di crowfunding sui social network. In pratica, una colletta. Le spese da sostenere fino ad apertura di urne non sono poche.

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