Nel vuoto pneumatico tecnico e tattico in cui è sprofondato il Napoli, l’abisso di una stagione che al giro di boa ha i connotati della tragedia, appare sempre più profondo. Il disastro della partita di Torino, con il corollario di ansie, rivendicazioni, bocciature e fantasmi da scacciare via il più presto possibile, è il punto più basso dall’inizio del torneo. Da oggi la squadra è in ritiro, che non può non definirsi punitivo, fino a sabato a Pozzuoli, quando affronterà nel derby la Salernitana al “Maradona”.
DE LAURENTIIS AL TELEFONO CON MAZZARRI
Di Torino, oltre ai 3 gol con i quali i granata hanno spazzato via gli azzurri, resta l’immagine di Mazzarri in tribuna che al telefono viene travolto dalla furia di De Laurentiis, che impiega mezz’ora per rispondere al presidente prima di scendere negli spogliatoi accompagnato dall’ineffabile Ds Meluso e confrontarsi con una squadra che si è arresa. Si è arresa al Torino, così come si è arresa al campionato ma speriamo non al suo destino. L’aver distrutto con presunzione e superbia ciò che si era verificato, non per programmazione o per sapienza ma perché in una sola stagione si sono allineate così tante situazioni da trasformare l’acqua in vino, è la vera grande colpa del presidente. Che ora non ha margini di manovra e rischia di vedere affondare la nave.
LE SCELTE FALLIMENTARI DEL PRESIDENTE
Le scelte forzate, di Garcia e Mazzarri, sono risultate fino ad oggi fallimentari. Ma sono figlie di un invelenimento dei rapporti che se prima ha funto da collante (vedi la scelta di Spalletti di trasferirsi a Castel Volturno e cementare la squadra chiudendosi in una sorta di guscio protettivo), poi da detonatore con l’addio dell’allenatore e del Ds Giuntoli. Circostanza che avrebbe dovuto spingere De Laurentiis a comprendere che dopo la vittoria dello Scudetto era giunto il momento di passare la mano. E invece lo ha spinto a pensare di poter ripeter l’impresa, magari migliorandola, accentrando tutte le funzioni, in una sorta di delirio di onnipotenza che sta generando disastri.
LA JUVE SFORNA TALENTI, IL NAPOLI ASPETTA GAETANO
Bisogna essere onesti e seri nelle valutazioni, perché la realtà è sfacciatamente davanti ai nostri occhi. Basti pensare che mentre la Juventus in un giro di walzer presenta i talenti dei giovanissimi Yildiz, Caviglia e Weah, il Napoli aspetta ancora Geatano. O ancora, mentre la Fiorentina di Commisso inaugura il Viola Park, il Napoli è in uscita da Castel Volturno e cerca casa. Nessuna radice, nessun investimento serio sulla società, solo plusvalenze, capitale umano e dividendi. Ma la bolla è esplosa e non è previsto un atterraggio morbido. Le bocche cucite e l’apparente distacco dell’ineffabile Melluso sembrano sempre più l’immagine dei suonatori di violino sul Titanic, che si sforzavano di non capire cosa stesse accadendo, per poi fare la fine che conosciamo.