Piazza San Domenico, a Napoli, blindata con le forze dell’ordine in assetto antisommossa per un presidio contro il genocidio in Palestina. Gli attivisti del centro sociale Mezzocannone occupato, nonostante la richiesta di rinvio avanzata dal Viminale, hanno confermato la loro iniziativa. Manifestazione che si inquadra nelle controiniziative del “Giorno della memoria”. In piazza San Domenico ci sono decine di giovani e meno giovani, che manifestano contro quella che definiscono una “pulizia etnica” perpetrata in questi giorni da Israele contro il popolo palestinese.
I manifestanti definiscono il 27 gennaio “Giornata della Memoria tradita”. Tra i presenti alcuni giovanissimi, che spiegano il loro punto di vista. “Innanzitutto questa memoria è tradita da Israele – dice uno di loro – e da chi è complice del suo progetto di apartheid e di pulizia etnica, come il nostro governo. La memoria dell’olocausto e il genocidio nazifascista di sei milioni di vittime ebree (insieme a oltre mezzo milioni di rom, testimoni di Geova, omosessuali, disabili, popolazioni dell’Est Europa, comunisti e altri dissidenti politici) deve essere d’aiuto a indagare e ricordare il passato per comprendere meglio il presente al fine di progettare un futuro che non ripeta gli orrori del passato”.