CAGLIARi – E’ un suicidio, prima tattico e poi sportivo, quello che inchioda il Napoli a un pareggio che lo condanna quasi definitivamente a dire addio alla Champions. Il gol di Luvumbo maturato dopo l’ennesima follia difensiva, è il 29esimo della stagione, uno in più di tutti quelli subiti lo scorso anno. Kvaratskhelia ancora sostituito esce scuro in volto si siede in tribuna senza salutare.
CALZONA NON CAMBIA LE SORTI DEL NAPOLI
Per Francesco Calzona l’esordio sulla panchina azzurra in serie A è amaro. Il punto è una beffa, non si può pensare di ritenerlo un punto guadagnato. Sono due punti persi, anzi buttati al vento. Le statistiche parlano chiaro: il Napoli domina per il possesso palla (oltre il 70%) e per numeri di tiri, ma non riesce ad avere ragione di un avversario poco più che volenteroso. Che si giova della spinta del pubblico e che cerca di stare aggrappato con le unghie e con i denti al campionato. E che ha in Ranieri il suo faro assoluto. La realtà è che a Calzona (come a Garcia e Mazzarri) manca un difensore centrale vero, l’assenza di Kinm a conti fatti è devastante.
OSIMHEN, DUE GOL IN DUE PARTITE
Dopo quella con il Barcellona, quella di oggi al Sant’Elia è la seconda rete in due partite di seguito per Victor Osimhen. L’attaccante nigeriano è il più “vivo” dei suoi, si giova di uno spunto di Raspadori (utilizzato in un ruolo non suo ma sempre disponibile al sacrificio) e spesso si trova a dover fare anche il difensore aggiunto. Esce per un leggero infortunio, al suo posto Simeone va vicino al raddoppio ma spreca e consente al Cagliari il recupero in extremis.
LA DIFESA COLABRODO DEL NAPOLI
La difesa del Napoli è ancora una volta sul banco degli imputati. Il gol del Cagliari è frutto di una dormita di Juan Jesus, Oliveira e Meret, letteralmente ipnotizzati da un Luvumbo azzoppato da un infortunio ma capace di danzare tra i tre e mandare la palla in rete e il Napoli all’inferno.