mercoledì, Dicembre 18, 2024
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Oltre 1,6mln di lavoratori si dimettono: ma a chi conviene?

Per gli esperti è un segnale di ripresa dell’occupazione. Si punta alla qualità del lavoro, soprattutto per i più giovani.

Oltre 1,6mln di lavoratori si dimettono: ma a chi conviene?

Aumenta il fenomeno delle dimissioni dal lavoro in Italia, soprattutto dopo la pandemia.

La tendenza osservata a partire da due anni a questa parte si conferma con numeri in salita.

Secondo i dati del ministero del Lavoro, sono oltre 1,6 milioni le dimissioni registrate nei primi nove mesi del 2022, il 22% in più rispetto allo stesso periodo del 2021.

LE MOTIVAZIONI: MIGLIORARE LA CARRIERA E CONCILIARE ESIGENZE DI FAMIGLIA

I motivi per cui le persone decidono di lasciare il loro posto di lavoro possono essere vari.  Per scelta o necessità, per guardare avanti rispetto alla propria occupazione e carriera o per far meglio conciliare le esigenze della famiglia.

Tra le cause di cessazione dei rapporti di lavoro, le dimissioni costituiscono la quota più alta dopo la scadenza dei contratti a termine.

Il numero dei licenziamenti sta anche aumentando, dopo la fine del blocco deciso con la crisi pandemica.

Tra gennaio e settembre 2022, infatti, sono stati circa 557mila i rapporti interrotti per decisione del datore di lavoro contro i 379mila nei primi nove mesi del 2021.

L?aumento registrato è del 47%.

TREND POSITIVO DOVUTO ALLA RIPRESA DELL’OCCUPAZIONE DOPO IL COVID

Gli esperti sostengono che questo trend positivo di dimissioni può essere stato causato dalla ripresa occupazionale.

Ciò dopo la caduta determinata dal picco della crisi Covid, con maggiore mobilità e opportunità anche per chi vuole cambiare lavoro, soprattutto per i profili tecnici e specializzati.

LA RICHIESTA DEI LAVORATORI: PIU’ EQUILIBRIO TRA VITA PRIVATA E PROFESSIONALE

D’altro canto, la crisi e la necessità o il desiderio di un diverso equilibrio tra vita privata e professionale possono aver spinto le persone a scegliere di dire addio al proprio posto di lavoro.

Per Giulio Romani della Cisl bisogna “rivedere i modelli organizzativi verso una maggiore qualità”

“Visto che le imprese in cui si sviluppa benessere lavorativo e soddisfazione sono quelle in cui le dimissioni sono meno frequenti”.

In generale il fenomeno delle dimissioni sta diventando sempre più trasversale e riguarda sia gli uomini, sia le donne.

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