L’omicidio di Giogiò, Giovanbattista Cutolo, il musicista 24enne morto il 31 agosto a seguito di una rissa fuori un pub di Piazza Municipio, a Napoli, ha toccato molti.
Della faccenda, a seconda della corda che si vuole tirare, si dicono tante cose. Si parla di un giovane vita stroncata nel momento più bello e di un giovane che non ha il senso della vita altrui. Si parla di come canzoni e telefilm possano influenzare le azioni degli altri e si cerca di dare la colpa a quello. Si parla della premier Giorgia Meloni, che ha telefonato alla famiglia di Giogiò per porre le sue condoglianze.
La ricostruzione dell’omicidio effettuata dal minorenne con la pistola al Gip è stata poi smentita dai video forniti dalle telecamere, che raccontano una storia molto diversa. La storia di com’è finita la vita di Giogiò.
L’OMICIDIO DI GIOGIÒ: I VIDEO DELLE TELECAMERE
All’interno della rissa, il minorenne assassino di Giogiò non ha un ruolo rilevante, anzi. Sembra quasi non partecipare, rimanendo in disparte fino al momento fatale. Quando Giogiò entra nella lotta per aiutare l’amico in difficoltà, il 16enne dei Quartieri Spagnoli misura la situazione. E poi estrae la pistola.
La telecamera mostra una situazione ancora più inverosimile e, al contempo, tragica, di quella soltanto raccontata nei giorni scorsi. Tutto è evidente: il bullismo ricevuto da Giogiò e i suoi amici durante la cena al pub, le spiegazioni chieste, la violenza innescata.
Giogiò non partecipa. E neanche il suo giovane assassino. Ma quando il musicista si fa avanti, eccolo il colpo di pistola. Nel video è ben visibile l’altezza a cui il minorenne dei Quartieri Spagnoli tiene la pistola. Mira al petto, spara tre volte.
A seguito degli spari, però, dalle telecamere emerge anche altro: uno dei tre ragazzini dei Quartieri Spagnoli era ignaro della pistola. Lo si capisce perché, al momento dei colpi, la prima reazione del giovane è toccarsi il petto, assicurarsi di non essere stato colpito.
Questo però non combacia con una prima versione del 16enne, in cui la pistola è passata di mano in mano tra lui e i compagni.
GIOGIÒ, I FUNERALI, LA TELEFONATA DELLA PREMIER
Ieri, 4 settembre, si è svolta l’autopsia sul corpo di Giogiò. Un corpo che è ormai simbolo di una giovinezza da recuperare, di un quartiere dal salvare.
Ancor prima, sabato, la premier Giorgia Meloni ha telefonato alla madre di Giogiò, Daniela Di Maggio, la quale ha chiesto giustizia. Pochissimi giorni prima, la Presidente del Consiglio era a Caivano, dove stamattina si è svolto un blitz della polizia a Parco Verde.
Sono molti a non volere che la morte di Giogiò sia vana. A partire dal sindaco Manfredi a Severino Nappi, presidente del gruppo Lega del Consiglio Regionale, che con la signora Di Maggio darà avvio alla fondazione Giogiò Vive, priva di ogni connotazione politica. In moto anche un premio legalità dedicato a Giogiò. Il Conservatorio, di cui il ragazzo era allievo, aderirà al lutto cittadino.
I funerali di Giogiò si terranno domani, mercoledì 6 settembre, alle ore 15 presso la Basilica del Gesù Nuovo in Piazza del Gesù. Sarà possibile guardare la funzione in diretta dalle 14.30 su Canale 21.