lunedì, Novembre 18, 2024
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Omicidio Mergellina, don Battaglia: “Disarmiamo Napoli”

Lettera aperta del vescovo di Napoli Domenico Battaglia: "Via le armi dalle mani di chi fa della violenza stile di vita".

Omicidio Mergellina, don Battaglia: “Disarmiamo Napoli”

Il vescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia scrive al parroco di Francesco Pio, il giovane ucciso a Mergellina e a tutti i fedeli per chiedere di “disarmare insieme Napoli”.

“Deve essere un impegno di tutti! Vanno disarmate le mani di coloro che fanno della violenza e della prepotenza il proprio stile di vita!”. “Vanno disarmate le mani di chi crede che un coltello in tasca e una pistola addosso rendano più forti, fino a sentirsi padroni della vita altrui – scrive – Vanno disarmate le mani della criminalità organizzata e di tutti coloro che trafficano, vendono, usano armi!”.

NELLA LETTERA MONSIGNOR BATTAGLIA SI RIVOLGE AI FIGLI PIU’ GIOVANI

E poi parla di “turbamenti necessari e delle inquietudini benedette”, il vescovo di Napoli. “Come possiamo, infatti, in questa città dormire sonni tranquilli mentre i suoi figli più giovani vengono assassinati sotto lo sguardo degli amici in un momento di serenità e spensieratezza. E in luoghi di grande bellezza che si trasformano in pochi minuti in un teatro di gesti efferati?”.

IL DOLORE E LA PREOCCUPAZIONE PER I FIGLI DI QUESTA CITTA’

E ancora: “Come può un adulto riposare in questi giorni senza sentire tutto il dolore della famiglia di Francesco Pio. E tutta la preoccupazione per i figli di questa città. Il cui ritmo, come tu giustamente hai detto, è ormai cadenzato da episodi di violenza, da aggressioni e risse, da feriti e morti innocenti!?”.

UNA TRAGEDIA CHE SERVE A RISVEGLIARE LE COSCIENZE ASSOPITE

“Facciamo sì, tuttavia, che questa tragedia risvegli le coscienze assopite. Smuova le miopie di chi non è capace di vedere oltre il proprio ruolo e il proprio interesse. E ridesti la dignità di un intero popolo non più rassegnato al fatto che in questa città la morte sia diventata una compagna di strada delle passeggiate dei nostri ragazzi. E la violenza un paesaggio costante come il mare che la bagna”, scrive nella lettera appello monsignor Battaglia.

Per poi aggiungere: “Dobbiamo disarmarci anche noi adulti. Sempre pronti a cercare di chi è la colpa senza prima interrogare la nostra coscienza, ormai così individualista, indifferente, assuefatta al male”.

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