mercoledì, Dicembre 18, 2024
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Omicidio di Rossella Nappini, fermato ex compagno

Svolta nel caso dell’omicidio di Rossella Nappini, fermato l’ex compagno della vittima, un marocchino di 45 anni.

Rossella Nappini è il nome dell’infermiera uccisa il 4 settembre a Roma, nell’androne di un palazzo, con una serie di coltellate. Dopo gli interrogatori dei sospettati, la Squadra Mobile romana ha fermato un ex compagno della vittima, un uomo 45enne di nazionalità marocchina che ora, secondo AdnKronos, si trova a Regina Coeli.

CHI ERA ROSSELLA NAPPINI

Rossella Nappini era madre, figlia, lavorava come infermiera al San Filippo Neri di Roma. Era dedita al lavoro e promuoveva iniziative di significato contro la violenza sulle donne. Il 4 settembre, ecco la tragedia che l’ha portata via. Una serie di coltellate, circa 20, specialmente nella zona dell’addome, nell’androne del palazzo di via Allievo 61, a Monte Mario. La donna si era trasferita in quel palazzo per stare più vicina alla madre 80enne.

FEMMINICIDIO, I DATI AGGHIACCIANTI

Il caso di Rossella Nappini si colloca nella lunga lista di femminicidi compiuti ogni anno in Italia e nel mondo. Secondo i dati Istat, solo nel Bel Paese si stima un femminicidio ogni due giorni, per un totale di circa 150 l’anno.

Questo trova conferma nei dati del 2023, che da gennaio a fine luglio contano ben 70 reati di questo tipo. L’Ansa infatti comunica che, secondo il report inviato al Viminale, di questi omicidi, 52 donne sono state uccise in ambito familiare o affettivo, 31 di partner attuali o passati.

Si parla di femminicidio quando il crimine perpetrato è di genere, quando a subirlo è una donna in quanto donna. E, stando sempre ai dati Istat, questo termine acquista sempre più valore quando dietro al femminicidio c’è uno schema, com’è evidente anche nel caso di Rossella Nappini.

Lo schema prevede, infatti, che un femminicidio venga consumato a danno di donne all’interno di rapporti sentimentali o familiari non stabili. Non a caso, le statistiche indicano come nella maggior parte dei casi chi commette femminicidio sia una persona che la vittima conosce.

In Italia non c’è un vero e proprio reato di femminicidio, che viene considerato come aggravante dell’omicidio. Nonostante il numero consistente di reati a danno delle donne, come il caso di Rossella Nappini.

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