A proposito di collasso climatico, l’estate 2023 è la più calda mai registrata a livello globale. Si parla di picchi di calore raggiunti soltanto in epoca pre-industriale, tra il 1850 e il 1900. Le temperature elevate hanno registrato temperature di 0,66 gradi sopra la media, consacrando il passato agosto come il mese più rovente dell’estate.
La bollente stagione, però, non accenna a terminare: l’autunno arriverà tardi e settembre si prospetta un altro mese di fuoco, con alcune instabilità dovute al ciclone Daniel, che in questi giorni prenderà di mira le regioni italiane del sud spaccando l’Italia in due: sole a nord e allerta su Basilicata, Sicilia e Calabria.
Daniel è un vero e proprio uragano mediterraneo e ha già arrecato danni in Bulgaria, Grecia e Turchia devastandole con pesanti alluvioni.
È CORRETTO PARLARE DI COLLASSO CLIMATICO?
I record di calore allarmante sono da registrarsi già a partire da gennaio: un inverno insolito, con temperature decisamente più alte rispetto agli ultimi 20 anni. Da aprile, l’ondata di calore che ha caratterizzato questa primavera si è fatta sentire su scala globale, in progressivo aumento poi per tutta l’estate.
Per Antonio Guterres, segretario generale Onu, sì: si può parlare di collasso climatico. L’osservatorio europeo Copernicus ha dichiarato, infatti, che il 2023 si presenta come l’anno più caldo della storia umana. I rischi da tenere in considerazione sono tanti, siccità e incendi al primo posto.
UN DANNO PER ECONOMIE ED ECOSISTEMI
Non si parla di allarmismo quanto di allarme, che è reale e viene proprio dalle Nazioni Unite. Il pericolo di questo caldo anomalo e incessante riguarda non soltanto i disagi dovuti alle alte temperature, ma su scala globale la crisi climatica intacca anche le economie e danneggia interi ecosistemi.
La temperatura elevata delle acque potrebbe portare all’estinzione una grande varietà di pesci, oltre alla sparizione di interi ghiacciai. L’agricoltura va incontro a seri danni dovuti dagli estremi tra calore e violenti rovesci, con conseguenze che si riflettono poi sulle economie relative a questo ambito.
La soluzione al collasso climatico, secondo Guterres, risiede proprio nel risolvere la dipendenza dell’uomo dai combustibili fossili, al fine di ridurre le emissioni di gas serra nell’atmosfera.