giovedì, Aprile 18, 2024
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Poliziotto rubò pen drive al boss Zagaria, il pm chiede 7 anni

L'accusa contro il poliziotto Oscar Vesevo comprende i reati di peculato e corruzione con l'aggravante mafiosa

Poliziotto rubò pen drive al boss Zagaria, il pm chiede 7 anni

La Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha richiesto una condanna a sette anni di carcere per il poliziotto Oscar Vesevo nel processo che lo vede imputato per l’appropriazione della pen drive appartenente al capoclan dei Casalesi, Michele Zagaria. Il processo si sta svolgendo presso il Tribunale di Napoli Nord.

IL POLIZIOTTO E’ ACCUSATO DI PECULATO E CORRUZIONE CON AGGRAVANTE MAFIOSA

L’accusa contro Vesevo comprende i reati di peculato, corruzione con l’aggravante mafiosa. In relazione alla pen drive mai ritrovata, truffa e accesso abusivo al sistema informatico. Maria Rosaria Massa, la cui casa a Casapesenna (Caserta) è stata demolita un mese fa alla presenza del ministro dell’Interno Piantedosi, è stata una delle principali testimonianze a carico di Vesevo. Massa è stata condannata per favoreggiamento, così come suo marito Vincenzo Inquieto.

Durante il processo, Massa ha affermato che Vesevo aveva preso la pen drive, ma ha specificato che il supporto apparteneva alla figlia e conteneva musica e documenti personali della ragazza, non i segreti del capoclan come sostenuto dalla Direzione Distrettuale Antimafia.

ACCUSATO DI AVER VENDUTO LA PEN DRIVE PER 50MILA EURO

Durante la requisitoria, il sostituto anticamorra Maurizio Giordano ha ribadito le accuse mosse contro Vesevo. Incluso l’addebito di aver venduto la pen drive per 50mila euro.  Considerato il presunto prezzo della corruzione. Tuttavia, l’imprenditore Orlando Fontana è stato assolto in un altro processo in relazione a questo episodio.

La prossima udienza, prevista per il 16 maggio, vedrà il difensore di Vesevo, l’avvocato Giovanni Cantelli, discutere il caso a favore del suo cliente.

 

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