“Il Grande Progetto Pompei presenta un bilancio positivo, essendo stato impiegato proficuamente l’ingente finanziamento di 105 milioni di euro , 2/3 dei quali finanziati dalla Unione Europea” Questo il giudizio della Corte dei Conti nella relazione conclusiva dell’indagine su “Il Grande Progetto Pompei”, approvata dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato.
“I finanziamenti – rileva la Corte dei Conti – sono stati impiegati proficuamente in una vasta opera conoscitiva dello stato dei resti archeologici, negli interventi di messa in sicurezza delle domus e degli edifici, nel loro recupero, nella manutenzione straordinaria degli edifici, nei restauri e ,infine con la realizzazione di percorsi idonei a superare le barriere architettoniche”.
76 sono state le opere di messa in sicurezza degli edifici dissepolti , con una spesa complessiva di 96,48 milioni di euro.
“Non altrettanto positivi – osserva la magistratura contabile – sono i risultati sul recupero delle aree archeologiche circostanti” Il d. l. 91/2013, recependo le raccomandazioni formulate dall’Unesco fin dal 2011, aveva previsto il recupero ambientale e la valorizzazione della cosiddetta ‘buffer zone’ costituita dalle aree archeologiche circostanti di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata, con l’istituzione di un’ apposita Unità Grande Pompei”.
“Nonostante l’Unità abbia provveduto a redigere nel 2018 il Piano di gestione del sito Unesco – scrive la Corte dei Conti – per le aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata, ad oggi ancora non risulta essere intervenuto il contratto istituzionale di sviluppo, strumento indicato dalla legge finanziaria del 2018 “.