Un allestimento evocativo, che ricostruisce la vita nelle antiche città vesuviane: al via oggi, presso il Tokyo National Museum, la mostra itinerante “Pompeii”,
“Pompeii”, dunque, non soltanto rappresenta una mostra che intende raccontare i legami tra le radici storiche dell’Occidente e dell’Oriente, in un certo senso “infrangendo” la specializzazione tematica e geografica dell’Istituto, ma è anche il primo grande percorso espositivo
Articolato il framework di sinergie istituzionali che hanno dato vita al progetto: nel 2019, infatti, il MANN ha siglato una Convenzione Quadro con il Tokyo National Museum, proprio per valorizzare, con una grande mostra nel paese del Sol Levante, la conoscenza della cultura delle antiche città vesuviane.
Seguendo la politica di promozione delle relazioni internazionali messa in atto dal Ministero della Cultura- Mic, si è sviluppato il progetto scientifico della mostra che ha previsto, tra l’altro, la cooperazione del Ministero della Cultura Giapponese, dei Musei di Tokyo, Fukuoka e Kyoto, dell’Ambasciata d’Italia a Tokyo e della Fondazione Italia Giappone. Il percorso espositivo nasce anche in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei, che promuove la conoscenza delle antichità vesuviane nel contesto internazionale, non solo europeo.
L’esposizione è organizzata dal famoso quotidiano The Asahi Shimbun e dalla NHK, NHK Promotions Inc (Nippon Hoso Kyokai – Japan Broadcasting Corporation).
E’ sempre The Asahi Shimbun tra i finanziatori del restauro del Mosaico di Alessandro, attività che si avvale della collaborazione anche dell’Istituto Superiore per il Restauro del MIC: alla prima fase di messa in sicurezza dell’opera, seguirà, nei prossimi mesi, la movimentazione del manufatto, per analizzare direttamente lo stato di conservazione del supporto originario, al momento non accessibile, e definirne compiutamente gli interventi da eseguire. Il restauro sarà concluso entro il 31 dicembre 2022 ed i lavori saranno condotti in un cantiere aperto ai visitatori: sarà così restituito a napoletani e turisti un capolavoro di tutti i tempi, dopo un’operazione senza precedenti di ricerca e tutela.
“Con il Giappone abbiamo intrapreso un importante viaggio culturale, iniziato ormai due anni fa; l’arte crea ponti tra i popoli e gli esiti finali di questa operazione, che ritengo possa forse essere la più importante nei rapporti tra Giappone ed Italia, sono costituiti da due obiettivi: il restauro del Mosaico di Alessandro, possibile anche grazie al generoso contributo di The Asahi Shimbun, e la realizzazione della grande mostra su Pompei, organizzata da The Asahi Shimbun e NHK. Questa mostra porta in Giappone reperti provenienti da contesti noti ed intende approfondire settori fondamentali della vita della celebre città vesuviana: passando dalla scoperta, che è stata la fortuna dell’archeologia occidentale, si giunge all’analisi della dimensione quotidiana, che avvicina le sensibilità di popoli, lontani nel tempo e nello spazio, ma pur sempre legati dalla necessità di fronteggiare le avversità della natura. La costante e proficua sinergia tra il MANN e il Parco Archeologico di Pompei è un esempio emblematico della -potenza di fuoco- dell’archeologia italiana“, commenta il Direttore del MANN, Paolo Giulierini.
“Le storie della città antica di Pompei e del Museo Archeologico Nazionale di Napoli sono indissolubilmente legate. Non è possibile, infatti, comprendere gli accadimenti che interessarono Pompei senza conoscere le Collezioni pompeiane conservate presso il MANN e, viceversa, una visita alle sale del Museo non preceduta dagli itinerari percorribili nella città antica risulterebbe priva di senso. – sottolinea Gabriel Zuchtriegel, Direttore Generale del Parco archeologico di Pompei – E’ nell’ottica di promuovere la conoscenza di questo straordinario patrimonio culturale che il Parco archeologico di Pompei e il Mann hanno la fortuna e l’onere di gestire, che si muove da sempre la collaborazione tra le Istituzioni del territorio e quelle straniere.
Oggi, ancor di più, a seguito dei recenti rinvenimenti pompeiani– dagli scavi della Villa di Civita Giuliana a quelli che stanno riportando alla luce intere insule della città antica – che gettano una luce nuova sulla storia della città e dei suoi abitanti, e generano, in chi la guarda, uno stupore pari solo a quello che devono aver provato i primi scopritori alla vista delle pareti dipinte che man mano venivano svelate. E’ questo stesso stupore che ci auguriamo possa accendersi negli occhi degli amici giapponesi che verranno a visitare la mostra“.
La mostra è articolata in cinque sezioni:
Sezione 1- Introduzione- L’eruzione del Vesuvio e il seppellimento di Pompei;
Sezione 2- La città di Pompei: architettura pubblica e religione;
Sezione 3- La società pompeiana;
Sezione 4- La prosperità di Pompei;
Sezione 5- Storia degli scavi, oggi e nel passato (Ercolano, Pompei, Stabiae e Somma Vesuviana)
Filo conduttore dell’allestimento, curato, tra gli altri, dal Direttore del MANN, Paolo Giulierini, dal noto accademico Masanori Aoyagi, Commissario per le attività culturali in Giappone, da Umberto Pappalardo, Rosaria Ciardiello e Kyoko Sengoku Haga, è il legame tra le città (Pompei, Ercolano, Tokyo, Kagoshima) e i vulcani.
Una sorta di itinerario alla scoperta della vita (e di quella che, con un fortunato termine contemporaneo, è stata chiamata “resilienza”), capace di affrontare le calamità naturali, tra eruzioni e terremoti: la mostra partirà dal 79 d.C. e dal seppellimento di Pompei, per ripercorrere, quasi a ritroso, quei cicli di distruzioni e successive ricostruzioni che le comunità civili hanno messo in atto sin dall’antichità.
In mostra, saranno visibili al Tokyo National Museum sino al 3 aprile 2022, contesti archeologici dalle Case del Fauno, del Citarista e del Poeta Tragico; anche grazie al lavoro di scavo nei depositi, svelando suppelletti
Nel percorso sarà possibile ammirare anche due statue, in marmo bianco di Paros, provenienti dalla Villa Augustea di Somma Vesuviana: un Dioniso con pantera e una peplophoros, entrambe opere recuperate grazie alla campagna di scavo condotta dall’Università di Tokyo ed esposte nel Museo Storico archeologico di Nola (direttore: Giacomo Franzese).
Il prestito dei reperti è stato concesso dalla direttrice della Direzione Regionale Musei della Campania (direttrice: Marta Ragozzino), che ha caldeggiato il contributo del museo nolano alle importanti iniziative culturali volte a celebrare l’
Realizzata ad hoc per la mostra, l’esclusiva ricostruzione delle pareti della Villa di Cicerone a Pompei, grazie alla combinazione di frammenti di decorazioni parietali, come i famosi satiri funamboli: il progetto è stato firmato dall’archeologa Rosaria Ciardiello e dai fotografi Luciano e Marco Pedicini.