giovedì, Agosto 14, 2025
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Ponte Morandi, sette anni dopo il ricordo delle 43 vittime

Napoli piange i suoi 4 figli, che hanno perso la vita nell’inferno di cemento e lamiere. Giovanni Battiloro, Matteo Bertonati, Antonio Stanzione e Gerardo Esposito, i quattro amici di Torre del Greco morti nel crollo insieme ad altre 39 persone

Il 14 agosto di sette anni fa nel Paese si è aperta una ferita che ancora si deve rimarginare. L’Italia piange le 43 vittime del ponte Morandi, crollato a Genova il 14 agosto del 2018 e dopo 200 udienze in tre anni e 57 imputati attende ancora l’esito del processo di primo grado che dovrebbe arrivare a sentenza nel 2026. Due i processi in corso, l’ultimo iniziato a gennaio 2025 nato da un secondo filone di indagini per il crollo del ponte sul fiume Polcevera. Principale imputato Giovanni Castellucci, l’ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia che durante l’ultima requisitoria al processo si è collegato dal carcere di Rebibbia dove, dallo scorso aprile, è rinchiuso per effetto della condanna in via definitiva a sei anni per la strage avvenuta il 28 luglio 2013 sul nodo autostradale di Avellino in cui morirono a bordo di un pullman 40 persone. Oggi è il giorno della commemorazione per le vittime del ponte Morandi e come il resto d’Italia anche Napoli piange i 4 suoi figli, che hanno perso la vita nell’inferno di cemento e lamiere. Giovanni Battiloro, Matteo Bertonati, Antonio Stanzione e Gerardo Esposito, i quattro giovani amici di Torre del Greco che si stavano recando in auto verso il confine per raggiungere la Spagna e che alle 11.36 del mattino trovarono la morte nel crollo del ponte. Da allora, ogni anno, a Torre del greco un’intera comunità si ritrova per commemorare i quattro ragazzi insieme alle loro famiglie. Roberto Battiloro, padre di uno dei quattro ragazzi deceduti nel crollo rifiutò prima dell’inizio del processo un risarcimento di un milione di euro.