mercoledì, Dicembre 18, 2024
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Pozzuoli, resti della figlia scomparsi dal cimitero: genitori si appellano al Papa

Una mamma piange sulla fossa al Cimitero dov’è sepolto il feto del piccolo figlio morto e dopo essersi insospettita per aver trovato un mazzo di fiori freschi, si apposta e scopre che sulla stessa tomba piange anche un’altro genitore che, come loro aveva perso la propria bambina. Erano proprio i resti di quest’ultima ad risultare sepolti non più la piccola bara risultante dal registro cimiteriale . Il fatto è successo oltre 10 anni fa a Pozzuoli ed è venuto alla luce dopo la clamorosa sentenza della Corte di Appello di Napoli che oltre a mortificare e violare ogni diritto anche umano dei genitori della piccola scomparsa con la sua bara bianca li condanna addirittura anche al pagamento delle spese processuali, come denuncia in nome dei cittadini italiani che hanno diritto alla giustizia e chiede intervento di tutte le istituzioni il legale della famiglia beffata dai giudici cui si chiedeva giustizia come scrive nel reclamo .
L’avvocato Angelo Pisani, legale dei genitori, racconta che dopo la raccapricciante scoperta, a seguito di una procedimento penale archiviato per mancanza di dolo secondo i Magistrati, i malcapitati genitori riuscirono solo a veder accertato come da spiegazioni del personale del Cimitero puteolano che tutto era accaduto per l’errore e di aver omesso di annotare bene le operazioni di sepoltura, con conseguente scomparsa, salvo altro, del piccolo cadavere.
Dopo le porte chiuse dal tribunale penale , anche la sentenza di primo grado del tribunale civile di Napoli non riconosce giustizia ai genitori privati anche del diritto di poter pregare sulla tomba del figlio ma almeno compensa le spese di lite, ma la mamma ormai distrutta dal dolore e dagli schiaffi della giustizia decide di ricorrere in appello e far valere i
Principi scolpiti nella carta costituzionale. Qui arriva la doccia fredda e tanto altro dolore per la famiglia che aveva osato chiedere giustizia . Secondo la sentenza della corte di appello di apoli , “il sentimento di pietà per i defunti, inteso quale diritto soggettivo degli attori ad esercitare il culto dei propri morti, non è di necessità leso in vicende come quella in esame. I genitori del feto, infatti, potrebbero pur sempre continuare a praticare i riti tipici del culto dei defunti, contraddistinto in una spiritualità che si esprime in larga parte in preghiere, ricordi, pensieri, commozioni” pregando altrove considerato che oggi le ceneri possono anche gettarsi in mare o nei laghi “.
“Secondo questi giudici – commenta l’avvocato Pisani – al contrario di quanto previsto finanche dalla Costituzione oltre che da un minimo di umanità non esiste neanche più il diritto di pregare i propri cari defunti al cimitero sulla loro ‘tomba’.
Se al camposanto hanno smarrito ‘la bara’ non fa nulla, ma se si chiede giustizia si viene condannati a pagare oltre novemila euro di spese processuali in favore di chi? Dei responsabili dello scempio. Questa è una sentenza allucinante e mortificante , priva anche di “humana pietas” oltre che giuridicamente errata e punitiva delle malcapitate vittime del sistema,
che viola l’articolo 19 della Costituzione italiana. Non si può accettare tanta ingiustizia , in nome dei cittadini italiani organizzeremo una conferenza stampa per far conoscere a tutti il calvario e sofferenza di questi genitori che per sopravvivere a tanto dolore hanno bisogno almeno di solidarietà e comprensione di giudici che valutino con umanità la loro sofferenza . Poi si chiede l’avvocato , tanti giudici non condannano amo alle spese i poteri forti quando perdono cosa ha fatto di tanto grave questa sfortunata famiglia per vedersi condannata a pagare addirittura 9000,00 euro di spese legali . Mi rivolgo anche al Santo Padre affinché possa aiutare questi genitori e salvarli dallo spietato dolore e violazioni subite , perché venga ristabilito il diritto al culto dei defunti. Farò ricorso in Cassazione e poi alla Cortr Europea, a nome di tutti gli italiani, per chiedere ogni tipo di provvedimento e ristabilire la giustizia quella specchio della Costituzione e della humana pietas, tutelando sempre i valori cristiani e giuridici”. Ora il diritto al risarcimento danni per le vittime e’ una battaglia di umanità

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