“Non vi è alcun elemento per ritenere che la ricostruzione dei fatti contenuta nel mandato di arresto europeo e la relativa contestazione dei fatti siano del tutto scollegate dalla realtà, oppure rispondano a ragioni persecutorie o comunque estranee alla ragione giurisdizionale che deve fondare la procedura del mandato di arresto”. Queste le motivazioni che hanno spinto i giudici della Corte di Appello di Napoli ad accogliere la richiesta di estradizione nei confronti dell’europarlamentare napoletano, Andrea Cozzolino, avanzata lo scorso mese di febbraio dalla procura belga.
CONTESTATI ALL’EX ASSESSORE I REATI DI CORRUZIONE PUBBLICA E RICICLAGGIO
All’ex assessore della Regione Campania, gli inquirenti contestano i reati di corruzione pubblica e riciclaggio. Tra le pregiudiziali sollevate dai legali dell’eurodeputato, accolte dalle toghe napoletane e che avevano determinato i precedenti 5 rinvii dell’udienza, era il ruolo dei servizi segreti nelle indagini sul Qatargate.
Nelle motivazioni dell’accoglimento dell’estradizione però, i giudici scrivono “non si evince ragione per ritenere che le indagini siano state svolte dai servizi segreti invece che dall’autorità giudiziaria attraverso la polizia giudiziaria” e neppure è possibile ritenere plausibile che le contestazioni siano “frutto di persecuzione né di invenzione” e che quindi siano stati violati i diritti fondamentali.
INFONDATA LA QUESTIONE DI LEGITTIMITA’ COSTITUZIONALE PER LA CORTE D’APPELLO
Infondata quindi la questione di legittimità costituzionale secondo la corte d’appello di Napoli. L’ipotesi della procura europea, è che Andrea Cozzolino, abbia usato il suo ruolo per favorire il Marocco e il Qatar in cambio di denaro dai rispettivi Governi. Ad accusare Cozzolino, l’ex parlamentare europeo Antonio Panzeri ed il suo ex collaboratore, Francesco Giorgi. In caso di condanna, i giudici di Napoli, hanno chiesto di scontare la pena in Italia per il politico, i cui legali hanno presentato ricorso in Cassazione.