Da un’amicizia rivelata casualmente, nell’incontro nel camerino di un teatro, alla scena dove l’elaborato racconto di Maurizio de Giovanni introduce con una potenza evocativa rara l’esibizione virtuosa di Michele Campanella. Ospiti del Ravello Festival, lo scrittore e il musicista, hanno regalato al pubblico dell’auditorium Oscare Niemeyer, un’ora di autentica magia, nella quale le capacità artistiche di entrambi si sono fuse come in un abbraccio potente e ammaliante.
Ravello Festival, il “dialogo” su Liszt di de Giovanni e Campanella
Atmosfera onirica che avvolge il racconto dello scrittore e l'esibizione al pianoforte del musicista
Maurizio de Giovanni, legge con la sua inconfondibile voce il racconto “Le mani grandi” toccando un aspetto della vita di Liszt di solito trascurato o omesso: la paternità, la morte precoce del figlio Daniel, la consapevolezza di non essere stato un padre attento e disponibile. In poco più di mezz’ora lo scrittore napoletano trasporta il pubblico di Ravello in una dimensione quasi onirica preparandolo all’esecuzione della Sonata in Si minore.
Seduto al pianoforte c’è Michele Campanella che senza soluzione di continuità completa idealmente il racconto con la musica immortale di quello che è senza dubbio uno dei vertici della musica romantica. Per Campanella un ritorno a Ravello, dopo un’esperienza mai dimenticata. Al piano, il musicista inonda la sala per oltre trenta minuti, con quelle note di inafferrabile difficoltà tecnica e soprattutto di grande complessità psicologica chiudendo idealmente con la musica il cerchio aperto dalle parole. Applausi calorosi e qualche lacrima di commozione sui volti del pubblico mandano la serata nell’archivio delle emozioni e dei bei ricordi.
(Interviste nel video allegato)