Retribuzione bassa, il 44% degli italiani è insoddisfatto
Il 44% degli italiani è insoddisfatto della propria retribuzione, soprattutto i giovani della Generazione Z, almeno il 51% di loro.
È quanto emerge da una ricerca Changes Unipol elaborata da Ipsos che ha investigato il livello di soddisfazione per l’occupazione e la retribuzione degli italiani, la propensione al cambiamento, i fattori per la scelta di un nuovo lavoro e le aspirazioni in termini di lavoro- equilibrio di vita.
L’OFFERTA DI SMART WORKING NON E’ PIU’ PRIORITARIA
Secondo i dati, è la retribuzione il criterio di scelta più rilevante per valutare un’offerta di lavoro, indicata dal 50% dei lavoratori, staccando nettamente la vicinanza a casa (33%), la stabilità/solidità dell’azienda (30%) , e l’allineamento del ruolo offerto con le proprie aspirazioni (29%). Tuttavia, altri fattori come la possibilità di conciliare il lavoro con la vita privata e l’offerta di smart working sono importanti ma non prioritari.
Il 49% dei lavoratori è aperto alla possibilità di cambiare lavoro, in particolare il 14% sta cercando e il 35% si sta guardando intorno. I Millennials sono i più attivi sul mercato del lavoro, mentre i Boomers sono fermi, con solo il 14% che sta prendendo in considerazione un cambiamento.
GLI UOMINI SONO PIU’ SODDISFATTI DEL PROPRIO LAVORO RISPETTO ALLE DONNE
In caso di cambiamento, i motivi di abbandono dell’attuale posto di lavoro sono principalmente l’arrivo di un’offerta di lavoro migliore o comunque molto allettante e una retribuzione non adeguata. Tra i desiderata legati all’occupazione, la modalità di lavoro preferita è di gran lunga quella ibrida, indicata nel 52% dei casi.
Tra chi lavora, il 61% è molto o abbastanza soddisfatto in termini generali della propria occupazione, mentre il 35% esprime insoddisfazione. Gli uomini sono più soddisfatti delle donne (65% vs 56%), così come il 73% di chi ha un contratto a tempo indeterminato è soddisfatto, mentre è meno soddisfatto chi lavora part-time (46%).
Inoltre, i dati mostrano che la propensione a trasferirsi all’estero per lavoro cresce al diminuire dell’età e che solo il 15% vorrebbe idealmente un lavoro al 100% da remoto. È quindi evidente che per gli italiani la retribuzione è un fattore cruciale nella scelta di un lavoro, ma anche la possibilità di conciliare il lavoro con la vita privata e il tipo di lavoro offerto sono importanti.