lunedì, Novembre 25, 2024
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Riconsegnati due dipinti alla chiesa di Santa Maria Egiziaca a Forcella

Le tele erano custodite nel Palazzo del Viminale

Riconsegnati due dipinti alla chiesa di Santa Maria Egiziaca a Forcella

Venti anni dopo tornano alla chiesa di Santa Maria Egiziaca a Forcella i due dipinti “L’Arcangelo Raffaele e Tobia” ed “Estasi di San Francesco”, realizzati intorno alla fine del XVII secolo. Ad accoglierli insieme al parroco don Antonio del Vecchio il prefetto di Napoli Michele di Bari. Si tratta di capolavori attribuiti alla scuola di Francesco Solimena, appartenenti ad un ciclo di 12 quadri che ornavano le cappelle dell’edificio.

PARROCCHIA ORFANA DI 5 OPERE

La parrocchia ad oggi è ancora orfana di cinque opere, come spiega la restauratrice della Soprintendenza delle belle arti e paesaggio, Barbara Balbi: “Il ciclo è stato smembrato, finalmente tornano due opere che appartengono all’ambito dei seguaci di Solimena. D’altronde questa è una chiesa che vede lavorare questo pittore, così come Luca Giordano e Vaccaro. Purtroppo gli altri non sono stati recuperati, ne mancano ancora cinque. Confidiamo che vengano prima o poi ritrovati o almeno parte di essi”. Le tele, di proprietà del Fondo edifici di culto del Ministero dell’Interno, erano state spostate al palazzo del Viminale e adesso, una volta verificata la sussistenza delle necessarie condizioni di sicurezza fanno rientro sulle pareti della chiesa di Corso Umberto.

IL COMMENTO DEL PREFETTO

Durante la cerimonia di consegna parroco e prefetto hanno commentato così. “La cosa che mi ha sempre colpito – dice Del Vecchio – è che ogni fedele va dal suo Santo. Da oggi potranno venire a pregare l’arcangelo Gabriele e San Francesco tutti quei parrocchiani che da tempo mi chiedevano di queste due tele”. “Il FEC – commenta Di Bari – ha un obbiettivo e una missione: fare fruire le opere d’arte dove sono nate ed è un processo che sta andando avanti molto velocemente. Ad esempio, oggi Napoli potrà dire che si è conclusa una fase e soprattutto potrà dire che questi dipinti corano questo altare”.

 

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