Riforma del fisco, cosa cambia e chi ci guadagna
Aliquote fiscali fisse e ridotte a tre scaglioni. Subito una nuova Ires per le società ed estensione della flat tax. Sono queste le principali novità della bozza di riforma fiscale all’esame del Governo. Ma andiamo per ordine.
La legge delega per la riforma del fisco cui sta lavorando il governo è divisa in 4 parti e 21 articoli, che vanno dalla riforma dell’Irpef con la transizione a tre scaglioni e aliquote più basse alla nuova Ires a due aliquote, dalla razionalizzazione del numero e delle aliquote Iva ad un nuovo sistema fiscale per gli enti locali.
LA NUOVA IRES RIDOTTA A DUE ALIQUOTE E SUPERAMENTO IRAP
La riforma fiscale prevede una nuova Ires (l’imposta sui redditi delle società) a due aliquote, con aliquota ridotta rispetto al 24% per la quota di reddito destinata, nei due anni successivi, a investimenti qualificati e/o nuova occupazione. Lo si evince dalle slide preparate dal Mef, in cui si sintetizza: “chi più assume ed investe meno paga”. E’ previsto inoltre il “graduale superamento dell’Irap” (Imposta regionale sulle attività produttive), con priorità per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti, attraverso l’introduzione di una sovraimposta con base imponibile corrispondente a quella Ires.
ESTENSIONE DELLA FLAT TAX AI LAVORATORI DIPENDENTI
Estensione della flat tax incrementale ai lavoratori dipendenti con l’obiettivo, dopo la riduzione a tre degli scaglioni Irpef, di arrivare entro la legislatura alla flat tax per tutti. E’ quanto si legge nelle slide del ddl delega sul fisco. Nel frattempo in campo Irpef, per il lavoro dipendente è prevista la semplificazione delle norme sui fringe benefit. Per il lavoro autonomo invece si punta alla riduzione delle ritenute sui compensi nel caso in cui il lavoratore sostenga alti costi per dipendenti o collaboratori e al riconoscimento della neutralità fiscale per le aggregazioni e riorganizzazioni degli studi professionali.
CEDOLARE SECCA ANCHE PER GLI IMMOBILI NON ABITATIVI
Il regime della cedolare secca potrebbe essere esteso anche agli immobili non abitativi. E’ un’ipotesi allo studio relativa ai redditi Irpef dei fabbricati. La delega interviene su tutte le categorie di reddito Irpef (redditi agrari, dei fabbricati, di natura finanziaria, di lavoro dipendente, di lavoro autonomo, d’impresa e diversi) con l’obiettivo di razionalizzare e semplificare il sistema. Per quanto riguarda invece i redditi di natura finanziaria, si prevede, tra le altre cose, il raggruppamento dei redditi di capitale e dei redditi diversi di natura finanziaria in un’unica categoria reddituale soggetta a tassazione in base al principio di cassa e di compensazione e un’imposta sostitutiva agevolata sui redditi di natura finanziaria conseguiti dalle casse di previdenza.
ADDIO ALL’IMPOSTA DI BOLLO E AI TRIBUTI SPECIALI
Addio all’imposta di bollo, a quelle ipotecaria e catastale, ai tributi speciali catastali e alle tasse ipotecarie: saranno sostituite da un tributo unico, “eventualmente in misura fissa”. Nell’ottica di una generale razionalizzazione, è prevista l’estensione dell’autoliquidazione anche per l’imposta di successione e per l’imposta di registro, oltre all’implementazione di nuove soluzioni tecnologiche e il potenziamento dei servizi telematici per ridurre e semplificare gli adempimenti. Per facilitare le modalità di pagamento dei tributi ed efficientare i sistemi di riscossione, viene inoltre previsto l’utilizzo dei mezzi elettronici di pagamento.
RISCOSSIONE PIU’ SEMPLICE FINO A 120 RATE
Con la delega per la riforma del fisco arriva una semplificazione del procedimento di riscossione. In particolare, si prevede un progressivo superamento del ruolo e un accesso semplificato a forme di rateizzazione a 120 rate. E’ poi prevista l’estensione del termine di efficacia degli atti di riscossione “per una maggiore rapidità di recupero” e anche l’eliminazione delle duplicazioni organizzative, logistiche e funzionali, “con conseguente riduzione dei costi”.