Non si conosce ancora la data del referendum sulla riforma della Giustizia, ma l’Italia è già spaccata sulla normativa che introduce la separazione delle carriere in magistratura e un secondo organismo composto da laici che come il Csm avrà la funzione di giudicare dal punto di vista disciplinare i togati. A differenza dei referendum abrogativi, per questa consultazione popolare non servirà il raggiungimento del quorum e così, negli ultimi giorni, in diverse città italiane e anche a Napoli si stanno costituendo i comitati per informare l’opinione pubblica sulle ragioni del Si e del No alla riforma. Per difendere le ragioni del No a Napoli è sceso in prima linea l’ex procuratore generale della corte d’appello, Luigi Riello, costituendo insieme ad altri magistrati e giuristi l’associazione “Non è mai troppo tardi”. Una legge che non risolve il reale problema della Giustizia italiana, ovvero le lungaggini dei tempi processuali, ma mina l’equilibrio dei poteri costituzionali che garantiscono uno stato democratico, le motivazioni del No alla riforma dell’associazione presieduta dal già procuratore Riello. Per la conferma della riforma si è schierato invece lo storico Ortensio Zecchino, già ministro dell’Università in tre Governi e ora presidente del Comitato “Polo Sud” per il Si, che si è riunito per la prima volta nella biblioteca de Marsico di Castel Capuano, a Napoli
Riforma Giustizia, a Napoli nascono comitati per referendum
Non si conosce ancora la data del referendum sulla riforma della Giustizia, ma l’Italia è già spaccata sulla normativa che introduce la separazione delle carriere in magistratura e un secondo organismo composto da laici che come il Csm avrà la funzione di giudicare dal punto di vista disciplinare i togati.
