“Salario minimo mai fissato per legge”: confronto tra esperti a Napoli
Nella Biblioteca della Società napoletana di Storia Patria al Maschio Angioino si è svolta la tavola rotonda organizzata da Fondazione Luigi Einaudi per Studi di Politica, Economia e Storia su “Una proposta liberale per il salario minimo”.
L’incontro è stato introdotto da Ugo de Flaviis, avvocato, responsabile della Fondazione Einaudi per la Campania e moderato da Gian Piero Gogliettino, dottore commercialista, autore del saggio “Contratto collettivo e giusta retribuzione” e responsabile Fondazione Einaudi per il Friuli Venezia Giulia.
LA TAVOLA ROTONDA
Ai lavori hanno preso parte Vincenzo Tedesco, direttore INPS della Campania; Giuseppe Patania, direttore Il Sud Italia; Raffaela Pignetti, presidente Asi Caserta; in videocollegamento Renato Loiero, consigliere della Presidenza del Consiglio dei ministri. Le conclusioni sono state affidate a Vincenzo Caridi, capodipartimento lavoro del Ministero per le Politiche sociali.
“TENER CONTO DEI BISOGNI DELLE PERSONE”
“Discostandoci dal calendario che dettano i media o la propaganda dei partiti, riteniamo che quello del salario minimo sia un tema davvero importante perché tocca la sensibilità di milioni di persone e quindi va affrontato in termini di ragionamento per il bene di quelle persone e anche per il bene della comunità nazionale. Perciò proviamo a lanciare una proposta che sia liberale, ovvero che tenga conto dei bisogni delle persone e anche della stabilità di un mercato che già risulta imbrigliato da migliaia di vincoli inutili”, spiega l’avv. Ugo de Flaviis.
“GARANTIRE SOSTEGNO ECONOMICO”
“Quello del salario minimo è un tema oggi a dir poco rilevante, soprattutto se si considera non soltanto quello che è il suo aspetto economico, come mezzo per garantire il sostegno economico di un lavoratore, ma anche la sua dimensione sociale, cioè la capacità di garantire al lavoratore e ai suoi familiari una vita dignitosa”, tiene a sottolineare il dottore commercialista e saggista Gian Piero Gogliettino.
“MONITORARE LE INFORMAZIONI”
“Innanzitutto il termine di recepimento della direttiva UE 2022/2041 è scaduto il 15 novembre scorso. Il fatto poi che in Italia esista una copertura dei lavoratori con la contrattazione collettiva che supera abbondantemente il 90% e che quella stessa direttiva preveda come limite minimo l’80% perché ci sia necessità di una legge sul salario minimo, significa che l’Italia può ragionare meglio su altri aspetti indicati dalla Ue quali ad esempio il monitoraggio delle informazioni e dei dati che consentono di rafforzare il sistema della contrattazione stesse”.
Restando così le cose, dunque, per adesso in Italia il salario minimo non sarà fissato per legge.
(Interviste nel video allegato)