mercoledì, Dicembre 18, 2024
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Sanità, al museo di Pietrarsa il primo congresso dei podologi

“Dobbiamo puntare sulle nuove competenze, per rilanciare il ruolo del podologo in Italia, riducendo il divario che scontiamo in questo campo rispetto ad altre esperienze europee. Su questa linea abbiamo scritto e pubblicato il nuovo Codice deontologico che regolamenta le competenze avanzate della professione. Il futuro ci vede impegnati sempre più nella revisione del nostro profilo professionale”. Con queste parole Vito Michele Cassano, presidente della Commissione d’Albo nazionale dei Podologi, ha aperto i lavori del primo Congresso nazionale della categoria in corso di svolgimento nel Museo Ferroviario di Pietrarsa, a Napoli. “Siamo altrettanto impegnati nella lotta all’abusivismo nella professione – ha proseguito Cassano – che è tema centrale nella nostra agenda”. Altro aspetto che crea aspettative tra gli iscritti liberi professionisti è la cassa previdenziale. “Come Federazione – sottolinea Vincenzo Di Salvatore (componente della CdA nazionale Podologi e del Comitato centrale della Federazione nazionale Ordini TSRM e Pstrp) – stiamo lavorando alla creazione di una Cassa previdenziale per i liberi professionisti con molti più vantaggi rispetto alla gestione separata Inps; che sia in grado di fornire più servizi e assistenza adeguata alle nostre esigenze, con un welfare attivo e passivo anche per i familiari; che preveda incentivi per la formazione e borse di studio, un plus a tutti i professionisti iscritti alla Cassa. Un percorso iniziato da poco ma siamo a buon punto per quella che considero una previdenza costruita in modo sartoriale, dettagliata e specifica”. Sul tema delle nuove competenze è intervenuto Alessio Gigantino (componente della Cda nazionale Podologi): “Già da oggi il podologo, durante la propria visita, si avvale dell’ecografia di supporto così come di trattamenti interventistici ecoguidati. Queste nuove competenze nell’ambito della diagnostica per immagini e della chirurgia vanno inserite nelle visite cliniche per dare sempre maggiore qualità di cura dell’assistito”. La revisione del profilo professionale è stato al centro anche della relazione di Stefano Massimiani. L’importanza della formazione è stata evidenziata da Daniela Risso (segretario della CdA nazionale podologi): “La qualifica professionale e la formazione universitaria sono le prime caratteristiche che formano un podologo. Per noi è essenziale. Stiamo cercando di ampliare il nostro profilo professionale verso un futuro che ci dia pari dignità nei confronti di tutte le altre professioni europee. Tra le priorità individuo la riforma della durata del ciclo universitario che va portato da tre a cinque anni con laurea magistrale che ricomprenda tutte quelle che sono le materie di insegnamento che portano a una formazione più completa”. Sul tema del rapporto tra i professionisti italiani e quelli degli altri Paesi europei si è espresso Gianluca Giorgi (componente della Commissione nazionale d’Albo): “Molti podologi italiani vengono formati in Spagna per acquisire competenze in chirurgia podologica. Il futuro sicuramente ci dovrà vedere impegnati nel riconoscimento sempre maggiore di queste nuove competenze. Su questo piano ci aspettiamo sempre maggiore collaborazione con le Asl e con tutte le istituzioni. Abbiamo il compito di tessere un ponte tra la nostra professione e le altre realtà sia a livello nazionale che internazionale”

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