Pippo Ciccarelli, napoletano di origine e milanese d’adozione, è il proprietario di Sciuscià, la catena culinaria situata tutta in via Procaccini.
Era il 2010 quando il primo locale aprì, da quel momento “non c’è stato un solo giorno in cui non ci sia stata la coda per entrare”.
“PAPÀ MI MANDAVA A LAVORARE IN PIZZERIA PER PUNIZIONE E IO MI SONO INNAMORATO”
“Io sono figlio di una coppia di genitori separati: mamma non sapeva cucinare e papà le regalò un manuale per imparare. Quando hanno divorziato mi sono trovato quel libro lì e mi sono avvicinato ai fornelli”.
La passione di Pippo per la cucina inizia, come spesso accade, tra le mura domestiche, ambiente entro cui cresce con il desiderio di preparare piatti e ricette. Accade che, durante il liceo, viene bocciato al terzo anno e il papà, per punizione, lo manda a lavorare in una pizzeria come lavapiatti.
“Da quel momento la mia passione crebbe al punto che, avvicinandomi all’arte della pizza, diventai un abile pizzaiolo e mi venne il desiderio di spostarmi in una città che potesse darmi di più: da qui, Milano”.
NEL 2010 APRE SCIUSCIÀ CON 40 POSTI A SEDERE E 7 MQ DI CUCINA
“Nel 2010 apro un locale a Milano, in via Procaccini, molto piccolo: 40 posti a sedere e 7 mq tra cucina e pizzeria, il minimo indispensabile per l’autorizzazione. Il ristorante viene recensito molto positivamente e il flusso di clienti era davvero grande”.
In una Milano così grande, un locale così piccolo sembra quasi ossimorico ma è solo il punto di inizio per quello che è diventato un vero e proprio Food District Napoletano.
“La pasticceria l’ho creata nel 2013 e da lì tutti i locali che ho aperto li ho tenuti tutti vicini: Sciuscià Mare, via Procaccini 66, Gigino Pizzametro, via Procaccini 68, la Griglia di Sciuscià, sempre Via Procaccini 68, e Sciuscià Pasticceria, via Procaccini 69. La volontà è racchiudere in un angolo di strada tutta la cucina napoletana, dalla colazione alla sera”.
Oltre l’esperienza che il distretto fornisce al cliente, il motivo della vicinanza di tutti i poli è anche un altro, ovvero, assicurare al pubblico la presenza del proprietario: “questo è anche il perché non accetto franchising. Non voglio correre il rischio che le persone possano associare a me qualcosa di non fatto da me, nel positivo e nel negativo”.
LA PROSSIMA APERTURA IN VIA LOSANNA
Ma tenere i locali tutti vicini non ha mai creato la possibilità che uno sopraffacesse l’altro?
“No, li ho sempre diversificati molto, ma ti svelo un’anticipazione: a breve nascerà un nuovo format in Via Losanna che condenserà in un solo punto vendita tutto il viaggio culinario. La mattina inizierà con pasticceria e caffetteria, a mezzogiorno servirà il pranzo e alle 19 riaprirà come pizzeria”.
Soprattutto l’ultima fase della giornata sarà tradizionalista al 100%, perché la pizzeria sarà STG: “cornicione alto un dito, sottile verso il centro al punto che, quando prendi lo spicchio, la fetta si flette in avanti. Questa è la vera pizza napoletana”.
Nella nuova come nelle vecchie aperture il tratto distintivo del marchio Sciuscià si ritrova nella cucina povera: “noi facciamo pasta e cavoli, pasta e piselli, più che aggiungere l’aragosta, metto a menù gli spaghetti aglio e olio”.
A MILANO L’AMBIZIONE DI RESTARE NAPOLETANO
“Quando sono arrivato in questa grande città ero pieno di aspettative e oggi posso dire di averle raggiunte: dal primo momento in cui ho messo le chiavi nella serratura, non c’è mai stato un giorno in cui io non abbia avuto la coda fuori”.
Ma in un napoletano che vive a Milano ormai da quindici anni quanto resta delle proprie origini?
“Tutto. La mia napoletanità si sente in qualsiasi cosa, io la esalto e voglio che si percepisca. In tutti questi anni, nonostante il portafogli clienti molto diversificato, le persone vengono a mangiare la pastiera e la pasta e piselli. I nipoti di Napoli, quindi coloro che hanno origini nella mia città, spesso mi dicono: da te mangio la pasta e patate come la faceva mia nonna”.
Ormai, però, la vita di Ciccarelli è lontana da Napoli e, all’ipotesi di tornare a vivere al sud, l’imprenditore risponde che vorrebbe far crescere le sue bambine a Milano, facendo diventare la sua Sciuscià una bottega storica.
LA PASTICCERIA APERTA PER LA MOGLIE, ORA 20.000 ZEPPOLE A SAN GIUSEPPE
“L’avevo quasi venduta, non l’ho mai considerata un punto di forza e ora, invece, vendiamo 2.800 zeppole il giorno di San Giuseppe e 20.000 in quella settimana, l’unico momento dell’anno in cui le produciamo; non ne vendiamo in altri periodi, ora ho 500 pezzi negli abbattitori che potrei vendere e, invece, andranno alla Caritas di Via Canova”.
Sciuscià Pasticceria viene aperta in un momento di vita particolare: Ciccarelli e la moglie perdono un bambino il giorno del parto e, vista la passione di lei per dolci e caffetteria, lui apre il locale: “mi serviva per farla distrarre dal dolore”.
IL FOOD DISTRICT A MILANO CHE SEGUE UN DETTO NAPOLETANO
Abbiamo chiesto a Ciccarelli se ci fosse un motto o una frase che racchiudesse tutti i suoi Sciuscià. E lui…
“Guarda, è una frase napoletana che dice: chi joc bell nun po’ mai perdere. Significa che chi gioca pulito, senza prendere in giro nessuno e offrendo un prodotto di qualità, difficilmente può perdere la battaglia”.