giovedì, Luglio 4, 2024
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Scoperto il tesoro del boss: 4milioni di euro in contanti in un caveau ad Agnano

Operazione interforze coordinata dal Procuratore Gratteri. Bosti comandava ancora nonostante fosse al 41 bis

Un vero e proprio bunker con all’interno oltre 4 milioni di euro in contati e 48 orologi preziosi dal valore ancora non calcolato, nonché un diamante da 10 carati. E’ la scoperta fatta durante una perquisizione effettuata in una abitazione della zona di Agnano, a Napoli, riconducibile al genero del boss Patrizio Bosti: si tratta di Luca Esposito, marito della figlia Maria, peraltro minacciato, insieme con i suoi due figli, per costringerlo a non collaborare più con la giustizia.
La rivelazione di questa svolta nel filone di indagini sulla camorra napoletana legata al clan Contini, è stata fatta dal Procuratore, Nicola Gratteri, che ha anche sottolineato il livello di evoluzione imprenditoriale del sistema malavitoso nella nostra città.

IL RUOLO DELLE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE

“Grazie alle intercettazioni telefoniche, tanto messe in discussione, con la bravura della Polizia di Stato dei carabinieri e della Guardia di Finanza hanno sequestrato 48 orologi per 5 milioni di euro e contanti per 4 milioni di euro”. Lo ha annunciato il procuratore di Napoli Nicola Gratteri. “Tutti questi orologi da collezione – ha aggiunto – alcuni di valore inestimabile, non li ho mai visti. Alcuni sono pezzi unici e abbiamo chiesto a esperti di valutarli”. Secondo quanto reso noto gli orologi e il denaro contante sono stati trovati in un bunker scovato in un’abitazione perquisita ieri.

PERCHE’ NON FUNZIONA IL 41 BIS?

L’operazione di ieri a Napoli, secondo Gratteri, “fa capire che il 41bis non funziona”. Dall’inchiesta è infatti emerso che i vertici del clan riuscivano a impartire ordini dal carcere sebbene sottoposti a quel regime carcerario. “Dobbiamo domandarci chi ha ridotto il 41bis in queste condizioni, con maglie così larghe – ha detto Gratteri secondo il quale questo regime carcerario ha subito delle modifiche che lo hanno depotenziato – Ci sono state circolari, direttive e modifiche nel corso degli anni che lo hanno ridotto in queste condizioni”.

BOSTI ARRESTATO PRIMA DI ESSERE SCARCERATO

Doveva essere scarcerato tra una decina di giorni Patrizio Bosti, vertice del clan Contini, componente di rango della federazione mafiosa che a Napoli è conosciuta anche come l’Alleanza di Secondigliano. Ma l’arresto notificato ieri a lui, ai suoi due figli e al genero, ha spezzato i suoi sogni di libertà. Secondo Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, ma soprattutto secondo i magistrati dell’ufficio inquirente partecopeo, coordinati dal procuratore Gratteri, Bosti (che con Edoardo Contini è ritenuto a capo del clan) continuava a comandare dal carcere dove era detenuto al 41bis. Nonostante la detenzione dal 2007 nel carcere di Parma, sottoposto a quel regime, approfittando di un breve periodo di scarcerazione (per un errore di calcolo nella determinazione del cumulo di pene) e strumentalizzando i colloqui in carcere con i familiari, Bosti ha continuato a svolgere un ruolo di vertice nel clan.

 

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