Spalletti e il suo derby con Sarri: “Lo applaudivo in piedi”. Napoli-Lazio è soprattutto un confronto tra due allenatori speciali. Alla vigilia dell’incontro, il tecnico di Certaldo rivela la sua passione per il Sarrismo.
“Lui è stato un po’ un masaniello calcistico – dice Spalletti -, si è reso capo-popolo di una rivolta del modo di vedere il calcio. Io a casa sceglievo sempre di vedere il Napoli di Sarri e lo applaudivo in piedi. Non m’importa meglio o peggio, ho preso quello che volevo prendere. Quando ho potuto sono andato a vedere le partite. Sui campi di Castel Volturno ancora ci sono le linee di passaggio del suo calcio. Poi non mi fregano i paragoni”.
Spalletti non è uno da temere i confronti. Al contrario riesce a prendere valore attraverso il parallelo tecnico-tattico.
LUCIANO E MAURIZIO, UNA POLTRONA PER DUE
All’inizio fu il Sarrismo, il 4-3-3 ubriacante, chirurgico, capace di dettare legge anche a Torino contro la Juventus. Un calcio che ha appassionato, fatto innamorare, divenuto epico senza vincere trofei. Un po’ come la grande Olanda di Cruijff e Krol, che ha segnato la storia perdendo due finali di seguito dei campionati del mondo. Ribaltando il concetto del calcio in calcio totale. Ebbene all’ombra del Vesuvio, con la supervisione del drone, Sarri ha fatto qualcosa di analogo. Che Spalletti ha, in qualche modo, perfezionato e sta portando dall’epica all’eroismo.
“Ci portiamo dietro una cultura di lavoro iniziata anche da altri – conferma Spalletti – Un modo di stare in campo che erano caratteristiche di alcuni giocatori precedenti”.
LA PASSIONE PER LA TUTA E LE SCARPE DA GINNASTICA
Similitudini, medesima passione per la bellezza del calcio. Toscani entrambi, anche se Sarri è nato a Napoli, Spalletti sta diventando partenopeo. Due caratteri complicati, il contrario della diplomazia e del pragmatismo. Uomini di campo, si direbbe con una locuzione abusata. Gente che deve sentire l’odore del prato per stare in pace con se stessa.
“Sarri ha delle cose che sono simili – aggiunge Spalletti – Piace andare a entrambi in tuta, a me anche quando passeggio mi piacciono le scarpette. poi l’idea di voler comandare il gioco”.
UNA LEZIONE VIVENTE DI TATTICA
“Il possesso ti fa decidere dove vuoi giocarla, poi è fondamentale saper alternare ritmi e dimensioni del possesso, ma qui poi si va in discorsi più profondi”. Spalletti entra nel merito della tattica. “Si dice gioco verticale – sorride mentre racconta -. Anche quello si deve alternare perché dipende se gli altri ti vengono a prendere o meno, se vengono a prenderti la difesa deve salire”. Ma poi il parallelismo più bello: “Sicuramente da una conoscenza del calcio in generale, una maturità di saper valutare le cose come funzionano nella vita”.