mercoledì, Dicembre 18, 2024
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Spalletti, torniamo a Empoli dove abbiamo sofferto. Avanti con gli occhiali da fabbro

Gli azzurri reduci dalla bella vittoria di Francoforte per 2-0 contro l’Eintracht, per gli ottavi di Champions, si rituffano nel campionato. Spalletti torna in terra toscana, dove l’anno scorso il Napoli crollò perdendo una partita incredibile. Concesso un giorno di riposo a Osimhen, Possibile l’impiego di Simeone.

LA CONFERENZA STAMPA

Spalletti inizia ricordando Maurizio Costanzo.
“Ho appreso da poco della morte di Costanzo e sono molto dispiaciuto perché perdiamo un uomo della tv, molto importante per tutte le cose che ha fatto e sono vicino al dolore della famiglia. Negli anni in cui non esisteva internet e pay tv, se non ci fosse stato il Maurizio Costanzo show le tv sarebbero dovute andare a letto alle 10….E’ stato un giornalista di spessore superiore alla media”.

SPALLETTI E IL RITORNO A EMPOLI
DOPO LA SCONFITTA DELL’ANNO SCORSO

“Il Napoli mi sembra che abbia fatto dei passi importanti su questo tipo di sconfitte perché anche l’anno scorso riuscimmo ad avere un rimbalzo importante sul finale del campionato. E poi su quello che si è visto dopo mi è sembrato che la lettura e la gestione di situazioni simili siano state ammortizzate bene. La partita è delicata, delicatissima per quello che è la loro precisa geometria tattica. Perché noi dovremo essere bravi a dilatare la loro compattezza tattica. Loro hanno un modo di giocare che viene da lontano. Sanno stare in campo  benissimo. Hanno calciatori fortissimi tipo Vicario di cui ormai parlano tutti. Ma anche Parisi, Baldanzi. Sono calciatori che noi ci ritroveremo il prossimo anno nelle grandi squadre a confrontarsi per classifiche importanti. Ma già ora sanno come comportarsi. Conosciamo per esempio le qualità di Luperto, che abbiamo avuto con noi. Noi dobbiamo essere bravi a meccanizzare nella testa quella che è l’importanza di queste partite e di non considerare altre cose. Ha mai fattoi il fabbro lei? Io si. Come quando si ha gli occhiali da fabbro. Di lato non si vede niente, vedi solo davanti. A un metro di lato non si vede niente. Tutti gli occhiali da fabbri a vedere cosa abbiamo davanti.

SPALLETTI, DA EMPOLI… A EMPOLI

“Io sono partito da Empoli e sono molto grato a Empoli. Anzi, visto che lei la ha citato vediamo di fare una perentesi corretta perché nel calcio cerchiamo continuamente modelli dai quali prendere qualcosa. Per poter fare dei passi in avanti e lavorare in maniera corretta bisogna imparare delle cose. Da quelle parti si può vedere come si fa calcio. S euno fa una giratina a Monteboro (campo allenamento dell’Empoli, ndr) di spunti di come fare calcio, anche pr il futuro, se ne possono trovare tanti. Sono stato avvantaggiato a lavorare in quella società lì. 7 anni con quelli da calciatore, 20 con quelli da tifosi dell’Empoli, ne ho sicuramente tratto un beneficio, che mi sono portato dietro. Poi strada facendo si vanno a incontrare nuove esperienza e uno cerca di farne un uso corretto per fare passi successivi ancora più importanti. Per avere la possibilità di accorgersi di quello di bello che hai davanti e di non essere presuntuoso. E quindi il mio percorso è stato fatto di queste attenzioni qui e della fortuna di avere trovato calcatori molto forti. Che mi hanno permesso di andare ad allenare in squadre importanti come il Napoli.

SPALLETTI SULLA STANCHEZZA DI OSIMHEN

“Gli abbiamo dato un giorno di recupero totale anche se potevamo fare un allenamento ma riportarli nello spogliatoio era come rivivere una cosa di tutti i giorni. Poi abbiamo dei preparatori molto bravi che sanno benissimo andare ad indicarmi quello che è il carico che dobbiamo fare negli allenamenti successivi. Quelle che sono distanze, anche se bisogna sempre ripetere qualcosa come i comportamenti in campo. Però distanze e a che velocità le devi fare fanno la differenza per il carico muscolare e mentale. Per cui si fa in modo che da un punto di vista di impostazione non si vada ad addizionare fatica su fatica. Quando si vince le partite così sono dei massaggi alla testa oltre che ai muscoli e funziona più del massaggio di un massaggiatore professionista. Stanno tutti abbastanza bene ed è chiaro che poi si cerca di andare a scegliere meglio possibile. Anche se da un punto di vista mio non è facile perché di dubbi ne ho sempre molti per la qualità dei calciatori che ho”.

SPALLETTI SULLA SCARAMANZIA E IL LAVORO

“Io non cerco aggettivi. Magari però mi interessa di non fare confusione tra quello che è il lavoro e la scaramanzia. Perché non parla di questo? Perché è scaramantico. No, è il lavoro. E’ quello che abbiamo avanti che dobbiamo fare. Poi se c’è chi vuole comprare pasticcini e spumante… noi se non c’è un compleanno non si mangiano pasticcini. Si tratta di lavorare in maniera seria, corretta. Perché è stata la partita con l’Empoli dell’anno scorso che ci ha distrutto il lavoro di un anno intero. Per quanto riguarda quello che era stata la forza l’equilibrio, la maturità della squadra. Anche se l’avevamo persa qualche partita, ma avevamo avuto sempre una reazione. Ma quella fu brutta, perché potevamo andare sul tre a zero e poi l’abbiamo persa. Quelle diventano devastanti, abbiamo sofferto moltissimo. Quindi senza camera d’aria, gomme piene e via. Perché è una partita difficile. Io capisco che voi a volte facciate fatica ad interpretare la difficoltà di questa partita o di un’altra. Ma è la cosa che non dobbiamo fare noi. Non c’è scaramanzia. Noi vogliamo vincere per dare più soddisfazione possibile alla nostra città. Noi lo sentiamo l’amore per questa squadra, le sensazioni, la vicinanza questo amore infinito per questi colori. Per cui non bisogna commettere il minimo errore. E gli errori a volte vengono comunque fuori e ribaltano la situazione. Per cui non permetteremo che da quella che è l’euforia cominci la presunzione che sarebbe poi la fine della crescita personale”.

SPALLETTI SUL NAPOLI MODELLO EUROPEO

“E’ chiaro che non lo so se possa diventare un modello da cui ci si può prendere. La nostra impostazione è quella di giocare un buon calcio .Perché questo somiglia alle nostre caratteristiche per andare a fare più risultati possibili. I complimenti ci fanno piacere. Dipende comunque che tipo di squadra si ha. Se si ha calciatori forti… poi sono valutazioni che vanno fatte di volta in volta. Cioè quando si ha a che fare con Di Lorenzo che cosa ci va a cercare? Fino a che fa vedere le stesse cose perché bisogna trovare un sostituto? Oppure Osimhen che qundno ti sembra morto all’ottantesimo ti viene a strappare non solo per concludere. Lui ha questo sentimento per la squadra, per l’aiuto al compagno. Per cui ci sono elementi che sono super, extra. Gli altri non sono uguali. Poi ci sono calciatori che dopo tre o quattro partite hanno bisogno di recuperare perché il motore non è potentissimo. Per cui se fai chilometri su chilometri deve fare una pausa. Strada facendo correggi qualcosa. Però se hai calciatori forti è meglio se funzionano tutti e due. Tipo anche Lobotka che è uno di quelli che è sempre uguale. Comunque tu li guardi, in allenamento, e capisci se hanno bisogno di riposare”.

SPALLETTI SUL PERICOLO DELLA PRESUNZIONE

“La differenza tra presunzione e consapevolezza è il modo di venire ad allenarsi. C’è chi arriva dritto con lo a schiena, lo sguardo sereno e tranquillo. E quando quello viene “aò, me devi da quarcosa?”. Io non devo dare niente, devo ricevere. Tu devi sempre dare qualcosa  a tutti quelli che pagano, ti guardano, alla fortuna che hai a doverti mettere sempre una maglia importante come il Napoli per fare vedere di che pasta sei fatto. Hai la fortuna di dare un segnale a quelli che ci guardano, come i bambini la cosa più importante di questo sport”.

SPALLETTI SU ANGUISSA E LOBOTKA

“Io non mi devo spiegare tutto. Vado, guardo e prendo per buono quello che mi passa davanti. Anche sul fatto di Lobo, io sono fortunato. Quando ero all’Inter e tentammo di prenderlo me lo segnalò Alessandro Pane un mio collaboratore. Che ha allenato squadre importanti in B e in C. E io mi ricordo che venne e si cercava di mettere un giocatore e poi ci si fece giocare Brozo. Si cercò di prenderlo ma non potevamo spendere qui soldi. Per cui quando sono venuto qui sapevo benissimo chi fosse Lobotka. Anguissa è uno fortissimo, è un extralarge per il comportamento. Perché va a fare una sovrapposizione in bandierina. Poi butta la palla dentro ripartono e te lo ritrovi a contrastare al tuo limite dell’area. Sono questi giocatori che hanno il raggio d’azione per quello che è la dimensione del campo. Con una continuità senza sosta perché sono disponibili per la squadra”.

SPALLETTI SUL PREMIO BEARZOT

“E’ un premio importantissimo che mi inorgoglisce per quello che è stato il personaggio, per quello che ha insegnato, come comportamento e calcio. Averlo a casa mia mi fa sentire più forte”.

 

 

 

 

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