Gli schiaffi da faccia, Eleonora de Majo ed Egidio Giordano se li sono tolti dopo tre anni. Il tempo che ci ha messo la procura di Napoli a cambiare idea sulle presunte condotte illecite dei due, al momento di definire il percorso che avrebbe portato la statua di Maradona all’esterno dello stadio, San Paolo all’epoca dei fatti. Tre anni hanno atteso l’ex assessore alla Cultura del comune di Napoli e il compagno ex assessore alla 3 Municipalità, per veder archiviata la loro posizione di indagati per turbativa d’asta e per possesso di fantomatici ordigni esplosivi.
LE DIMISSIONI DAL RUOLO DI ASSESSORE
Ma l’inchiesta costò a entrambi, oltre alla gogna mediatica, il ruolo di amministratori con le rispettive aspirazioni politiche, in una Napoli che si apprestava alle elezioni amministrative. Alla città, costò la statua di Maradona finita poi al centro di una querelle che l’ha portata in una pizzeria dei Quartieri spagnoli. Una querelle che spinse l’attuale sindaco Manfredi a dichiarazioni sbagliate sulla posizione di De Majo e Giordano nell’ambito dell’inchiesta. Indagati e non rinviati a giudizio, come erroneamente dichiarato in un’intervista da Manfredi.
LA RICHIESTA DI SCUSE DEL SINDACO PER QUEL “RINVIATI A GIUDIZIO”
E nel corso di una conferenza stampa in compagnia dei legali, Eleonora de Majo e l’avvocato Domenico Ciruzzi, attraverso le telecamere, hanno ricordato al primo cittadino quelle dichiarazioni