venerdì, Novembre 15, 2024
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Studenti Napoli pro Palestina, occupata Università Orientale

Inutili i tentativi di mediazione del rettore Roberto Tottoli

Università Orientale di Napoli occupata, studenti con la Palestina

“CON LA PALESTINA Fino alla vittoria” è questa la scritta che sventola sul drappo appeso fuori al balcone della sede principale dell’Università Orientale di Napoli che è stata occupata da un gruppo di studenti per manifestare solidarietà al popolo palestinese.

“Non potete occupare uno spazio pubblico”, “non potete parlare a nome di tutti gli studenti”, “se questa è la vostra concezione della democrazia, complimenti”. Queste alcune delle battute scambiate tra il rettore dell’Università Orientale Roberto Tottoli e gli studenti che ha tentato inutilmente la mediazione parando attraverso lo spioncino del portone d’ingresso.

IL RETTORE DELL’ATENEO

Il rettore ha poi commentato così ai nostri microfoni:

“Li ho invitati a lasciar riprendere le attività. Tra l’altro oggi c’era un’iniziativa di colleghi sulla Palestina, sulla situazione gravissima. L’ateneo del resto, come in prima persona e anche con molti altri colleghi, è impegnato… a far prevalere innanzitutto le ragioni della pace, a cercare di capire questa realtà molto complessa.

Dispiace perché questa attività viene interrotta con questa occupazione che trova l’unica ragione se non quella di mostrare le bandiere dai balconi di Palazzo Giusso.”
GLI STUDENTI

A spiegare la posizione dei manifestanti è intervenuta una studentessa:

“Il rettore in realtà non è venuto a mediare, ha avuto un atteggiamento ostativo perché evidentemente ha dei problemi a schierarsi dalla parte di un popolo oppresso. L’occupazione durerà finché gli studenti e le studentesse avranno voglia di riprendersi i propri spazi per parlare di Palestina.

L’università non è chiusa, l’università è occupata. Gli studenti e le studentesse si stanno riprendendo i loro spazi dal basso. Si stanno auto-organizzando per provare a parlare di questi temi. L’università in questi giorni sarà un luogo di discussione, di socialità per confrontarsi sulla questione palestinese. E riprenderci i nostri spazi.

Quindi non è un luogo di chiusura. È un luogo che verrà attraversato da tantissime persone che in questo momento hanno voglia di prendere posizione a favore della lotta del popolo palestinese.”

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