domenica, Dicembre 22, 2024
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Sversatoio a Secondigliano, a ridosso del “campo rom” del comune

Spuntano frigoriferi dal terreno in via Circumvallazione esterna, strada a scorrimento veloce che collega Napoli al comune di Melito.

Spuntano frigoriferi dal terreno in via Circumvallazione esterna, strada a scorrimento veloce che collega Napoli al comune di Melito. Carcasse di automobili, sacchetti della spazzatura a perdita d’occhio, rifiuti di ogni genere, perfino targhe di veicoli con molta probabilità sottratti ai legittimi proprietari. Un colpo d’occhio e al naso a cui non si può restare indifferenti, in un territorio come quello campano caratterizzato da una quasi ventennale emergenza rifiuti, quello offerto dalla discarica abusiva sorta a ridosso dell’insediamento rom di via Circumvallazione. La cui presenza da tempo è stata denunciata alle autorità competenti.

CHI RACCOGLIE I RIFIUTI?

Un conflitto di territorialità tra le due aziende, Asia (Comune) e Sapna (Città metropolitana), che operano nel settore ambientale, all’origine delle carenze nella raccolta. Ma da quando sulla poltrona di sindaco siede Gaetano Manfredi, l’amministratore delle due aziende è lo stesso. Eppure, gli appelli della cittadinanza sono rimasti al momento lettera morta e, nonostante, a palazzo San Giacomo, conoscano molto bene il problema dell’insediamento e del rischio igienico sanitario derivante dalla discarica abusiva. Visto che il campo è del Comune di Napoli, quindi regolare, a differenza dell’altro, abusivo, che si trova nello stesso quartiere, in via Cupa Perillo.

IL VILLAGGIO ATTREZZATO

Dal 2016 è quindi un “Villaggio attrezzato”, cosi come lo definisce la burocrazia necessaria per non far dispiacere l’Europa, che ha vietato i campi rom e finanziato la sua realizzazione come misura alternativa alla baraccapoli. Quartiere Secondigliano, a due passi da roulotte e prefabbricati dove vivono persone, giocano bambini. Una bomba ecologica, in un’area dove insistono anche diversi stabilimenti industriali, finanziata con soldi europei per integrare la popolazione rom nella società napoletana e il cui monitoraggio spetta al comune di Napoli.

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