Assunta, dieci anni mangiava un gelato all’esterno di un bar a Sant’Anastasia. Assunta come Noemi, la piccola raggiunta da pallottole vaganti sparate da un balordo a piazza Nazionale a Napoli tre anni fa. E ancora oggi costretta a portare i segni di un barbaro atto di violenza.
SCENARIO DI DEGRADO E VIOLENZA ALLE PENDICI DEL VESUVIO
Accade alle pendici del Vesuvio, dove, raccontano i testimoni oculari, la litigiosità tra ragazzi e tra bande organizzate è drammaticamente elevata. È bastato uno screzio in piazza per scatenare la tremenda vendetta di un diciannovenne Emanuele Civita, figlio di un membro del clan D’Avino e di un ragazzino di 17 anni. Quest’ultimo già segnato per la vita dalla morte del padre nel 2012 ucciso da un killer dei Cuccaro di Ponticelli.
Uno scenario di degrado e di violenza che lascia sgomenti. I due hanno esploso oltre dieci colpi da un revolver e addirittura una mitraglietta.
LA BAMBINA, ANCORA IN RIANMAZIONE, NON È IN PERICOLO DI VITA
La piccola Assunta, colpita ad uno zigomo, ha subito in poche ore due operazioni all’Ospedale Santobono di Napoli, ed attualmente è ancora in rianimazione. Ma non è in pericolo di vita.
I genitori, anche loro feriti dalla raffica di proiettili esplosi dallo scooter dei due ragazzi, sono stati trasportati in ambulanza, per ferite ad una gamba e all’addome, all’Ospedale Cardarelli. Illeso, per fortuna, il fratellino più piccolo di Assunta, che al momento della sparatoria si trovava all’interno del bar.
NECESSARI INTERVENTI PER CONTRASTARRE L’ESCALATION DI CRIMINALITA’ GIOVANILE
Il giorno dopo a Sant’Anastasia solo rassegnazione e dolore per una tragedia sfiorata. Il sindaco Carmine Esposito si è immediatamente rivolto al Prefetto e al ministro dell’Interno per sollecitare interventi contro l’escalation della criminalità giovanile. Per il governatore De Luca è un episodio grave: è una di quelle idiozie che dobbiamo scontare nei nostri territori complicati.