Che il Governo potesse impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge regionale della Campania, che consente a Vincenzo de Luca di ricandidarsi alle prossime elezioni e puntare al terzo mandato, era fatto noto. Era una possibilità, ma ora è una certezza. Dopo le dichiarazioni di esponenti più o meno rilevanti del centro destra, è stata la premier Giorgia Meloni a dare l’ufficialità nel corso della conferenza di fine anno a margine della riunione del consiglio dei ministri. Qualora la Consulta dovesse avallare la richiesta dell’Esecutivo sui dubbi di incostituzionalità, il Governo sfilerebbe così il tappeto sotto i piedi del Governatore della Campania, la cui corsa per il terzo mandato si interromperebbe a una manciata di mesi dall’apertura delle urne, riuscendo laddove hanno fallito sia la segreteria nazionale del Pd che l’opposizione di centro destra in Consiglio regionale. In tal caso, la presidente del Consiglio completerebbe la sua vendetta nei confronti di De Luca. Non è una novità che tra i due non sia mai corso buon sangue.
A CAIVANO IL CELEBRE “SONO LA STRONZA DELLA MELONI”
Basti ricordare il polverone di polemiche scoppiate lo scorso luglio a Caivano quando, a margine dell’inaugurazione del centro sportivo, Giorgia Meloni strinse la mano a De Luca ricordandogli l’oramai celebre epiteto, diventato virale sul web, a lei rivolto mesi prima dallo stesso governatore campano.
GLI SCENARI
Con De Luca fuori dai giochi, tra il centro destra e il governo della Regione ci sarebbe a questo punto come unico ostacolo il cosiddetto campo largo Pd-Cinque stelle. Da palazzo Santa Lucia filtrano rumors che danno De Luca pronto alle dimissioni in caso di parere a lui avverso da parte della Consulta. Per la reazione del presidente non bisognerà però aspettare molto. Domani ha già convocato stampa e televisioni nel palazzo della Regione