Una titolare di un’azienda zootecnica di San Tammaro è finita sotto processo per truffa dopo aver venduto del latte di bufala non genuino a un rinomato caseificio di Santa Maria Capua Vetere. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, la donna avrebbe fornito al caseificio una notevole quantità di latte di bufala miscelato con latte vaccino di qualità inferiore.
IL LATTE UTILIZZATO NON CORRISPONDEVA AGLI STANDARD DELLA MOZZARELLA DOP
La truffa è venuta alla luce quando il caseificio ha scoperto che il latte di bufala fornito non corrispondeva agli standard richiesti per la produzione della mozzarella di bufala campana DOP. Il valore commerciale del latte contraffatto risulta essere inferiore a quello pattuito, portando il titolare dell’azienda zootecnica a guadagnare in modo ingiusto dalla vendita di un prodotto di qualità inferiore.
COSTITUITO PARTE CIVILE IL CONSORZIO DELLA MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA DOP
La Procura di Santa Maria Capua Vetere, rappresentata dal sostituto procuratore Stefania Pontillo, ha disposto il rinvio a giudizio della 60enne imprenditrice zootecnica con la celebrazione del processo immediato. La causa sarà dibattuta dinanzi al Giudice Davide Valenziano, mentre le due parti offese, il caseificio e il consorzio della mozzarella di bufala campana DOP, si costituiranno parte civile, assistite dagli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo.
La vicenda ha destato grande scalpore nella comunità locale, poiché il caso coinvolge uno dei principali prodotti di eccellenza della regione: la mozzarella di bufala campana DOP. Il caso mette in luce la necessità di una maggiore vigilanza e controlli per garantire l’integrità e la genuinità dei prodotti alimentari, soprattutto quelli che portano il marchio DOP.