Unioni civili, Giulio e Alberto i primi a dirsi si in un carcere napoletano
Che si sappia, è la prima unione civile tra omosessuali in un carcere di Napoli. Un rapporto nato nel padiglione Salerno nel carcere di Poggioreale quello tra Giulio e Alberto, 35 e 32 anni. Un amore nato in cella e sopravvissuto alla fine del periodo detentivo di Alberto, da qualche mese uscito dal carcere e rientrato tra le mura per ufficializzare l’unione nella sala magistrati del carcere di Poggioreale, davanti a un funzionario dell’anagrafe del comune di Napoli e ai rispettivi familiari.
DETENUTI A LEZIONE DI…TARALLO NAPOLETANO
Tra qualche mese anche Giulio avrà finito di scontare la sua pena e potrà provare ad affrontare le difficoltà del reinserimento nella società insieme al compagno. A render pubblica la notizia l’associazione Antinoo Arcigay Napoli. Testimone di Alberto è stato Pasquale Ferro che, con l’altra volontaria, Rosa Rubino, animano nei padiglioni Salerno e Roma, scelti dai detenuti omo e transessuali, i progetti di Antinoo Arcigay. Tra corsi di educazione civica e sull’identità sessuale, aperti anche a detenuti etero, da segnalare il progetto “Fortunato” per la produzione tra le mura carcerarie del tarallo napoletano.
NEL CARCERE DI REBIBBIA LA PRIMA UNIONE CIVILE IN ITALIA
“Tra un mese – ha raccontato Antonello Sannino, presidente di Antinoo, anche lui intervenuto alla cerimonia – avrà luogo il secondo matrimonio tra omosessuali, in un carcere napoletano. In Italia, il primo venne celebrato a Roma, nel carcere di Rebibbia. Ma in quel caso, non si erano conosciuti in carcere”.