Il comune accelera per i lavori di messa in sicurezza e recupero della Vele celeste, il cui inizio è previsto la settimana prossima. Ecco perché entro domenica le famiglie sfollate dall’edificio la sera del 22 luglio, in occasione del crollo del ballatoio in cui hanno perso la vita 3 persone e tredici sono rimaste ferite, dovranno completare il prelievo dei propri effetti personali dalle rispettive abitazioni, il cui accesso con ordinanza del sindaco, era stato vietato per motivi di sicurezza pubblica. Da lunedi poi, quando sarà terminato il recupero degli oggetti personali, sarà di nuovo impedito l’accesso alla Vela, per consentire l’avvio dei lavori necessari. Fino a oggi sono circa la metà i nuclei familiari che, assistiti dal Comune di Napoli in collaborazione con i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile, hanno già effettuato il recupero dei loro beni. Il comune ha creato un filo diretto tra le famiglie e il presidio di Assistenti Sociali che si trova nei pressi della Vela. La scorsa settimana, è stata liberata anche la facoltà di medicina dell’Università Federico II, occupata subito dopo il crollo in segno di protesta prima che il comune varasse il piano di aiuti economici per l’autonoma sistemazione e prevedesse l’utilizzo di alcuni immobili per ospitare le famiglie rimaste senza casa. Tra questi un bene confiscato alla camorra nel quartiere di Secondigliano. Quattro appartamenti dell’immobile sottratto al clan Di Lauro nel 2017 ospiteranno alcuni nuclei familiari. Altri 219 nuclei hanno ricevuto l’accredito delle prime tre mensilità come contributo all’autonoma sistemazione.