Una decisione che la famiglia di Gelsomina Verde attendeva da 20 anni. Abrogando lo scorso 4 luglio la norma sul quarto grado di parentela, la Corte costituzionale ha di fatto riconosciuto l’estraneità dei familiari della ragazza di 21 anni, assassinata durante la faida di Scampia del 2004, ad ambienti criminali e camorristici riconoscendo cosi il loro diritto ad accedere ai benefici di legge dei parenti delle vittime innocenti. Una norma incostituzionale, secondo la Consulta, che per anni aveva precluso a decine di famiglie lo status di vittime innocenti e che ora è stata cancellata dopo la richiesta al pronunciamento dell’organo di garanzia costituzionale da parte della Corte d’appello di Napoli proprio in relazione al caso di Gelsomina Verde. L’istanza dell’avvocato della famiglia napoletana era stata rigettata dal primo grado della Giustizia civile, poi in appello è stata accolta dal Giudice che ha chiesto il pronunciamento della Corte Costituzionale. Prossimo step è il riconoscimento formale e ufficiale da parte dello Stato, attraverso il Viminale, della stessa Gelsomina Verde come vittima innocente della camorra. Una vittoria che però non riesce a far gioire Francesco, il fratello della ragazza strappata all’affetto dei suoi cari solo perché era stata legata per poco tempo a un membro del cosiddetto clan degli Scissionisti