martedì, Novembre 26, 2024
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Violenze in carcere, assolti due agenti accusati di torture

Gli agenti penitenziari erano accusati dei pestaggi dei detenuti avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile del 2020

Si è concluso con un’assoluzione “per non aver commesso il fatto” il rito abbreviato richiesto dagli agenti Angelo Di Costanzo e Vittorio Vinciguerra, entrambi accusati di lesione, abuso d’ufficio e tortura durante i pestaggi dei detenuti avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile del 2020.

Per Vinciguerra, difeso dall’avvocato Gerardo Marrocco, la tortura era stata contestata in relazione a un episodio precedente, risalente al 10 marzo 2020, oltre che a un altro episodio che coinvolgeva il detenuto Enghben, avvenuto il 6 aprile 2020.

L’assoluzione dei due agenti penitenziari ha suscitato reazioni contrastanti tra gli imputati e il sindacato Sippe (Sindacato Italiano Polizia Penitenziaria). Da un lato, alcuni imputati si dichiarano soddisfatti dell’assoluzione, affermando che era attesa poiché i colleghi non avevano commesso alcun reato. Essi sperano che tale esito abbia un impatto positivo sul processo in corso, dimostrando l’innocenza di molti imputati.

ANCORA INCERTA LA POSIZIONE DEGLI ALTRI AGENTI DI CUSTODIA

Dall’altro lato, però, permangono sentimenti di diffidenza e frustrazione tra gli agenti penitenziari. Nonostante l’assoluzione, molti di loro sono ancora sospesi in via amministrativa dal servizio da due anni, e la situazione economica sta diventando insostenibile. Si sottolinea il fatto che di solito i pubblici ufficiali coinvolti in un processo vengono reintegrati dopo un periodo di sospensione e assegnati ad altri incarichi, magari in ufficio. Gli agenti penitenziari chiedono un trattamento equo e l’opportunità di riprendere il loro lavoro, con la retribuzione che spetta loro.

CRITICO IL SINDACATO DEGLI AGENTI SIPPE: “INUTILE PROCESSO MEDIATICO”

In risposta all’assoluzione dei due agenti, il sindacato Sippe ha rilasciato una nota attraverso il dirigente nazionale Michele Vergale. Il sindacato definisce il processo come un “inutile processo mediatico” che ha già condannato gli agenti coinvolti nelle presunte torture.

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