Zelensky a Sanremo: ecco chi non vuole la guerra sul palco
Tutto è deciso, parola del patron Amadeus: il leader ucraino, Vlodymyr Zelensky sarà tra gli ospiti (ma in collegamento video) del festival di Sanremo. Canzoni e guerra, ma soprattutto melodie e polemiche.
Prima dello spareggio finale, quando l’Italia trattiene il respiro prima di conoscere il vincitore, l’ex comico esperto di teatro, oggi presidente dell’Ucraina, intratterrà il pubblico su temi della guerra e dell’invasore russo.
CONTRARIO IL LEADER LEGHISTA MATTEO SALVINI
Il primo a schierarsi contro la prestazione non canora annunciata nei giorni scorsi da Amadeus è il leader leghista e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
“Spero che il palcoscenico resti riservato alla musica”, twitta diritto al cuore del festival.
“Sono amante del festival vecchia maniera. Non giudico. È l’ultima settimana di campagna elettorale, se avrò tempo di guardare Rai 1 sarà per ascoltare canzoni, non per ascoltare altro».
PETIZIONE DI INTELLETTUALI E ASSEMBLEA NELLA SERATA FINALE A SANREMO
Poi arriva addirittura una petizione, firmata tra gli altri da Franco Cardini, Carlo Freccero, Moni Ovadia, Paolo Cappellini e Alessandro Di Battista. Annunciata anche una mobilitazione, per la serata finale di sabato.
CARLO FRECCERO: E’ DA MESI CHE SI ESIBISCE SUI PALCOSCENICI. MANCAVA SOLO IL FESTIVAL
Ecco Carlo Freccero che spiega il suo no e le ragioni dell’adesione al documento contro il presidente ucraino: “È da mesi che Zelensky si esibisce su tutti i palcoscenici e alle sue performance da star mancava solo Sanremo”.
A suo avviso “è necessario «riacquistare il senso della realtà e del pericolo, indipendentemente da come la pensiamo”.
“Non siamo in un film. Ci sono e ci saranno morti reali e vittime reali. La società dello spettacolo non era mai arrivata a tanto. Questo è il motivo per cui ho firmato il documento”.