mercoledì, Aprile 24, 2024
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A un anno dal rogo è ancora giallo sulla morte di Giulia Maccaroni

La giovane skipper deceduta nell'incendio del veliero Megane a Castellammare di Stabia

E’ passato un anno ma non c’è ancora una spiegazione definitiva per la morte di Giulia Maccaroni, la skipper di 29 anni, deceduta nel rogo del veliero “Morgane” nella notte tra il 29 e il 30 agosto dello scorso anno. L’imbarcazione era ormeggiata nel porto turistico di Castellammare di Stabia. L’incendio a bordo si sviluppò per cause che non sono state ancora accertate (nelle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza del molo le concitate fasi dello spegnimento). Tra le ipotesi più accreditate un guasto all’impianto elettrico del motore o il cattivo funzionamento di un elettrodomestico di bordo. Manca ancora una perizia tecnica, relativa proprio all’imbarcazione, per chiudere un’inchiesta che va avanti da un anno.

LE INDAGINI DELEGATE ALLA CAPITANERIA DI PORTO

La Procura di Torre Annunziata, che ha delegato le indagini alla Capitaneria di Porto, ha già potuto accertare alcuni elementi fondamentali. Grazia all’autopsia eseguita nelle ore successive alla tragedia, si è potuta accertare la morte per asfissia della giovane skipper. Così come, i filmati che hanno registrato l’arrivo dell’imbarcazione fino al rogo, hanno evidenziato che a bordo del “Morgane” non ci fosse nessun altro (la skipper quella sera aveva cenato fuori ed era stata riaccompagnata al molo da un amico che però non è mai salito a bordo). Per ora nel registro degli indagati, come atto dovuto, ci sono l’armatore, il comandante della barca e il titolare della società di charter. Tra i reati ipotizzati c’è l’incendio, la sommersione o l’omicidio colposo. Ma come già detto, senza la perizia tecnica sull’imbarcazione sarà impossibile giungere a conclusione.

IL GIALLO SULL’INNESCO DELLE FIAMME

Cosa ha innescato le fiamme che hanno generato il rogo assassino? Si è potuto constatare che le fiamme sono divampate a metà scafo verso la prua, poco dopo le 3.30 del mattino. La vittima dormiva a poppa e non si è accorta di nulla, il monossido di carbonio non le ha dato scampo. Giulia Maccaroni aveva deciso di quella notte di dormire in barca, dopo aver navigato per due mesi ininterrottamente di aver salutato qualche ora prima gli ospiti che non lei avevano solcato i mari della Sicilia. Un’ultima notte a bordo prima di rientrare a casa, una scelta fatale e tragica.

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