Suicidio Tizia Cantone, non ci sono le prove: nessun colpevole
A 8 anni dalla dalla morte della ragazza, il caso Tiziana Cantone, si chiude senza responsabili. Infatti la Procura di Napoli Nord ha chiesto ed ottenuto l’archiviazione anche dell’accusa di omicidio volontario.
Così, secondo i magistrati, anche l’ultima accusa non viene corroborata da prove che permettano di individuare responsabilità. Quella di istigazione al suicidio era già stata archiviata. Che Tiziana si sia uccisa nel tentativo di disperato di evitare l’ulteriore diffusione del materiale video privato che stava circolando, le carte lo riconoscono, ma non ci sono elementi per dire che la Cantone sia stata ammazzata.
Notizia accolta con amarezza dalla famiglia, per la quale l’inchiesta presentava delle lacune. Già il ritrovamento del corpo della ragazza, che si era impiccata con la propria pashmina alla panchetta usata per gli esercizi ginnici, non convinceva. Tra le cose che non tornavano ai parenti della giovane, proprio il fatto che la panchetta non fosse ancorata a terra, ad esempio da dei bulloni. Si arrivò alla riesumazione del cadavere nel 2021, cinque anni dopo la morte della ragazza, per svolgere l’autopsia, che ancora non fu eseguita dopo il decesso.
Le analisi e gli ulteriori accertamenti però non hanno fatto emergere nuove prove o elementi utili. Quindi il drammatico caso Tiziana Cantone si chiude senza colpevoli.
Fu proprio la vicenda della ragazza di Mugnano che in Italia si modificò la legge sulla diffusione di immagini intime. Da allora infatti è stato introdotto l’artico 612 che punisce il fenomeno del “Revenge Porn”