sabato, Gennaio 18, 2025
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Corruzione al ministero, condannato l’imprenditore Danilo Iervolino

Il Gup di Napoli ha comminato 4 anni di carcere. Assolto Francesco Fimmanò

4 anni di carcere per Danilo Iervolino, ex patron di Pegaso e della Salernitana, 5 anni per Francesco Cavallaro, segretario generale della Cisal, due anni e otto mesi per Mario Rosario Miele, collaboratore di Iervolino. Sono queste le condanne emesse dal Gup di Napoli, Errico Campoli, nell’ambito del processo con rito abbreviato sulla corruzione di alti dirigenti del Ministero del Lavoro. Le condanne hanno rispecchiato le richieste del pm Henry John Woodcock che aveva tenuto la sua requisitoria lo scorso 16 settembre. A Iervolino è stato inflitto anche il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per 4 anni mentre a Cavallaro l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per 5 anni.

ASSOLTO FIMMANO’

Assoluzione per Francesco Fimmanò, direttore scientifico dell’università Pegaso, per il quale il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione dal reato di corruzione con derubricazione nel reato di traffico di influenze illecite solo in ragione della inutilizzabilità delle intercettazioni acquisite dalla procura di Catanzaro dichiarata dalla Corte di Cassazione. L’indagine del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, coordinata dalla Procura di Napoli, ha riguardato, in particolare, la concessione da parte del Ministero, attraverso due suoi dirigenti di un parere favorevole, in precedenza negato, alla divisione del patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal e Inpal. I pubblici ufficiali Concetta Ferrari e Fabia D’Andrea, entrambe dipendenti del ministero del Lavoro, sono state rinviate a giudizio e il processo è in corso davanti al tribunale di Napoli.

IL RUOLO DI CISAL NELLA CORRUZIONE

La corruzione, secondo l’accusa, si sarebbe concretizzata quando le due dirigenti del ministero ricoprivano, rispettivamente, l’incarico di direttore generale per le Politiche Previdenziali e Assicurative del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (successivamente segretario generale dello stesso Dicastero) e vice capo di Gabinetto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Si sarebbero adoperate, in sostanza, secondo la Procura di Napoli, che ha diretto le indagini condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza, per fare avere al segretario generale del sindacato Cisal dell’epoca, Francesco Cavallaro, il parere favorevole, già negato dal ministero, alla divisione del patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal e Inpal conservando i vantaggi economici e patrimoniali che altrimenti sarebbero andati persi.

FAVORI IN CAMBIO DI ASSUNZIONI

Un favore, secondo gli inquirenti, che avrebbe concesso Concetta Ferrari in cambio dell’assunzione del figlio, Antonio Rossi, già rinviato a giudizio, come professore straordinario all’Università Telematica Pegaso (all’epoca dei fatti riconducibile a Danilo Iervolino, ex presidente della Salernitana Calcio), e Fabia D’Andrea per favorire le progressioni lavorative di due sue conoscenti, rispettivamente all’interno dell’Inps e di un’associazione riconducibile allo stesso Cavallaro. 

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