Don Peppe Diana, a 30 anni dalla morte il ricordo della facoltà teologica
Mantenere in vita e portare avanti l’eredità di Don Peppe Diana, parroco assassinato trenta anni fa a Casal di Principe per il suo impegno nella lotta alla criminalità, sono gli obbiettivi del convegno “Per amore del mio popolo”, promosso dalla Pontificia Facoltà dell’Italia Meridionale. Per fare ciò è stato presentato il progetto IRFI, fortemente voluto all’arcivescovo di Napoli Don Mimmo Battaglia. Ad illustrare i dettagli Marcello Cozzi, curatore dell’iniziativa.
“La Chiesa – ha detto Cozzi – sul fronte del contrasto alle mafie non può non essere in prima fila. Per questo motivo alla fine del convegno il vescovo Don Battaglia ha presentato il progetto IRFI, che prevede la realizzazione di un istituto di ricerca e formazione sui fenomeni della criminalità organizzata e della corruzione. Ci saranno corsi estivi e di alta formazione. Intendiamo affrontare i temi della camorra e della corruzione dal punto di vista teologico e pastorale, ma in collaborazione con istituzioni, scuole e università”.
A prendere la parola dal palco dell’Aula Magna dell’università teologica anche il primo cittadino Gaetano Manfredi e il già procuratore aggiunto di Napoli Federico Cafiero De Raho.
“Si tratta – ha spiegato il Sindaco – di un convegno molto importante. Qui non solo si ricorda Don Diana, ma si sottolinea la necessità di un impegno comune nella lotta alla mafia”.
“C’è da tenere – ha spiegato De Raho – molto alta l’attenzione. Bisogna effettuare un contrasto non solo su ciò che si rileva pubblicamente, ma anche sui modi in cui la criminalità si infiltri nella società e nella politica”.