Cosa abbia spinto una giovane donna a togliersi la vita ieri sera nella sua casa in via Camillo Cucca, nel quartiere Chiaja di Napoli, è ancora un mistero. Gli accertamenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli, dopo una notte trascorsa a rincorrere ipotesi alternative e di indagini sviluppate anche attraverso metodi tradizionali, hanno condotto alla soluzione di quello che sembrava essere un giallo. Luana, questo il nome della 44enne, si sarebbe impiccata, con il più classico dei rituali di chi intende togliersi la vita. Ma la scena del crimine aveva destato non poche perplessità. La perfezione del gesto aveva fatto immaginare che ci fosse una regia alternativa dietro questo macabro rituale e che potesse trattarsi addirittura di una simulazione. Si ipotizzava, insomma, che qualcuno avesse strangolato la vittima e poi inscenato il suicidio. Le indagini della Polizia di Stato, però, hanno consentito di giungere alla conclusione che la donna si sia volontariamente uccisa. Una tragedia senza risposte, dunque, che fa tornare subito alla mente quel “male di vivere” che è una delle terribili patologi di una società sempre più straniante e nella quale il dramma della solitudine rischia di diventare fatale per le persone emotivamente più fragili.