giovedì, Maggio 2, 2024
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Emergenza abitativa, a Napoli protesta contro sfratto madre e figlia invalide

All’arrivo dell’ufficiale giudiziario e della polizia, aveva già pronti gli scatoloni per il trasloco la signora Cristina de Maria

All’arrivo dell’ufficiale giudiziario e della polizia, aveva già pronti gli scatoloni per il trasloco la signora Cristina de Maria. Grazie però all’intervento dei volontari del comitato civico per il diritto all’abitare, ha ottenuto una proroga dello sfratto esecutivo fino al 13 ottobre. Magari fino a quel giorno l’amministrazione comunale potrebbe trovare una soluzione al dramma che stanno vivendo Cristina e sua figlia: il rischio di finire in strada, nonostante siano entrambe affette da una malattia neurodegenerativa molto invalidane, la sindrome di Merrf, che impedisce a entrambe di lavorare e ciò nonostante, le è stata riconosciuta invalidità al 60%.

OTTO ANNI FA L’ULTIMO LAVORO, POI PEGGIORATI SINTOMI DELLA MERFF

Dopo aver perso i genitori che le davano una mano economicamente, unico guadagno è diventato il reddito di cittadinanza, nessuna busta paga e la conseguente impossibilità a stipulare un contratto di fitto e infine l’ordine di lasciare la casa da parte dei proprietari dell’appartamento, nel sottoscala del civico 9 di via Domenico Gravina, quartiere Materdei, in cui vive da più di 20 anni

L’INTERVENTO DEGLI ATTIVISTI HA IMPEDITO CHE MADRE E FIGLIA FINISSERO IN STRADA

Una vicenda complessa quella di Cristina De Maria, non l’unica a Napoli considerato che la Prefettura ha annunciato che sono 11mila gli sfratti da eseguire. Intervista (Alfonso de Vito, portavoce Rete per il diritto all’abitare)

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