martedì, Luglio 15, 2025
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Rogo di Città della Scienza, per la Cassazione processo da rifare

Ieri la suprema corte ha accolto l'ennesimo ricorso del Pg rimandando gli atti a Napoli

La Corte di Cassazione ha cancellato la recente sentenza di assoluzione del custode di Città della Scienza e rimandato gli atti a Napoli. Il processo, sul rogo della struttura, che si era chiuso con una sentenza di non colpevolezza, si deve rifare, come scrive il quotidiano Il Mattino. In sostanza, gli Ermellini, hanno accolto l’ennesimo ricorso della Procura generale del Tribunale di Napoli, presieduta da Aldo Policastro, che chiedeva di riaprire il caso. Per l’ennesima volta. Una vicenda, che è bene ricordarlo, che risale al 4 marzo del 2013 ed ha avuto sempre un solo imputato, l’ex custode Paolo Cammarota. Prima condannato a 6 anni, poi assolto in appello e anche nonostante il rinvio degli atti da parte della Cassazione. Un’esito inaccettabile, secondo la Procura Generale, che ha formulato l’ennesimo ricorso, di nuovo accolto dalla Corte di Cassazione, che ha rispedito gli atti a Napoli con l’intento di far riaprire i fascicoli. E sarebbe dunque la terza volta, con esiti che è difficile immaginare molto diversi dalle prime due.
Ricostruendo l’accaduto e le fasi processuali, restano comunque aperti alcuni interrogativi. Il primo è il movente, che in un primo momento veniva ritenuto di natura economica. Erano mesi che Città della Scienza aveva difficoltà a pagare gli stipendi, compreso quello del custode e quindi si riteneva che incassando i soldi dell’assicurazione, si potesse risolvere la questione. In effetti, grazie alla clausola, Città della Scienza ha intascato diversi milioni di euro, e numerose donazioni da tutto il mondo. Resta il dubbio: come faceva il custode a sapere dell’assicurazione? E la parola fine di questa storia, a quanto pare, non è stata ancora scritta.