Estorsioni, 12 arresti nel Napoletano
Associazione di tipo mafioso, detenzione e porto di armi, estorsione, tentata estorsione e trasferimento fraudolento di valori: è la lunga lista di reati che i carabinieri di Castello di Cisterna insieme con la Dda contestano a 13 persone, ritenute legate al clan Fabbrocino di Palma Campania (Napoli). Per 12 indagati il gip di Napoli ha disposto il carcere, per l’ultimo, invece, l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Secondo quanto emerso dall’attività investigativa le estorsioni sarebbero state commesse ai danni di vari imprenditori costretti a pagare per poter continuare a lavorare.
I militari dell’arma hanno anche eseguito il sequestro preventivo di due società le cui attività sarebbero riconducibile al clan. In alcune conversazioni inserite nell’ordinanza emessa dal tribunale emerge che un imprenditore di una ditta di trasporti (indagato e non destinatario di una misura cautelare), avrebbe versato 4mila euro al mese, al boss Biagio Bifulco, il quale aveva “imposto” a un noto gruppo imprenditoriale “di avvalersi, per l’autotrasporto, della società gestita di fatto” da colui che versava i soldi al clan.
La tangente da 4mila euro, quando il boss era in cella, sarebbe stata versata dall’imprenditore attraverso un intermediario, anch’egli indagato. La vicenda viene ritenuta dagli inquirenti fondamentale per descrivere la caratura criminale del boss Biagio Bifulco, raggiunto da una misura cautelare nel carcere dove è detenuto.