Il primo crollo lo scorso mese di maggio. Circa un mese dopo, l’ennesimo distacco di calcinacci dalla facciata della Galleria Principe. Il proverbio non c’è due senza tre si avvera a metà luglio. Tre crolli, con una cadenza quasi regolare. Tre tragedie sfiorate, considerato che si tratta di una zona centrale, con il museo archeologico e una fermata della metro a pochi passi e che le pietre sono precipitate in punti dove è frequente il passaggio di persone.
IL CASO DI SALVATORE GIORDANO
Son passati tre mesi dal primo crollo, ma non sembra. Tutto è rimasto così com’era. Nessun intervento di messa in sicurezza, nonostante le campagne stampa e le richieste dei residenti. Questo avviene in una città dove nel recente passato, l’assenza di manutenzione ha provocato anche la morte di persone. Salvatore Giordano, il 14 enne colpito a morte da una pietra crollata dalla facciata della Galleria Umberto, uno dei casi che più ha fatto scalpore.
QUESTA MATTINA IN VIA PESSINA
Tornando alla cronaca. In via Pessina, strada in cui insiste la facciata della Galleria da cui si sono staccati i calcinacci, resta l’area transennata che costringe i pedoni a camminare a breve distanza dalle auto in transito. Siamo tornati questa mattina sul posto e l’unica cosa che è cambiata è che si sono verificati altri crolli. Le pietre non sono state rimosse ma ammassate in vari angoli del porticato e altre transenne sono comparse, a simboleggiare ancora di più il degrado e l’abbandono di un’area che dovrebbe essere, per la sua posizione, preservata dall’amministrazione comunale: di fronte al Museo, il Mann, che da anni fa segnare il record di presenze; a ridosso del centro storico e con due stazioni della metropolitana, tre se si considera anche la vicina piazza Dante, da cui escono migliaia di visitatori ogni giorno. Visitatori che, oltre ad ammirare lo scempio e il rispetto della città nei confronti dei suoi monumenti, son costretti a camminare in mezzo a quello che è diventato a tutti gli effetti un accampamento.
L’ACCAMPAMENTO DEI SENZA FISSA DIMORA
Sotto i portici della Galleria infatti, da oltre un anno un gruppo di persone senza fissa dimora ha sistemato tende e casette di cartone per trascorrere la notte. E il giorno. Non un gran biglietto da visita per una città che intende far girare la sua economia grazie al boom di turisti. Se a questo poi si aggiunge la pessima condizione delle strade, oramai sempre più simili a campi minati, il disagio è servito. L’aggravante è che il comune di Napoli conosce la situazione della Galleria principe e della zona circostante. Decine le segnalazioni da parte dei residenti e dei titolari di attività commerciali, sia della presenza invasiva di clochard che dei rischi connessi ai continui crolli. Eppure, questa mattina, era tutto uguale a 3 mesi fa.