lunedì, Maggio 6, 2024
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Incendio venere degli stracci, petizione per scarcerare Simone Isaia

I firmatari della petizione per Simone Isaia chiedono che venga tolto dal carcere e curato in una Casa di Accoglienza della pastorale carceraria

Incendio venere degli stracci, petizione per scarcerare Simone Isaia

Simone Isaia, il clochard che ha dato fuoco alla “Venere degli Stracci” è rinchiuso nel carcere di Poggioreale dal 13 luglio. L’uomo, che ha 32 anni, è accusato di avere dato fuoco all’opera di Pistoletto in piazza Municipio a Napoli all’alba del 12 luglio. Per lui è partita una petizione che ha raggiunto 5.561 firme.

Promossa da Iod edizioni, con esponenti del volontariato, della cultura e delle associazioni, chiede “Cure e non Carcere”. Secondo i promotori dell’iniziativa “Simone Isaia ha bisogno di cure fuori dal carcere, perché in carcere non può essere aiutato.

AL CARCERE DI POGGIOREALE PIU’ DI 2.000 DETENUTI

Il carcere di Poggioreale è quello più affollato d’Europa. Un carcere con oltre duemila detenuti a fronte di una capienza di circa milleseicento con gravi problemi collaterali, come la cura della salute dei detenuti.

Non è possibile che un solo infermiere debba assistere fino a mille detenuti nella speranza che non si verifichino due o più criticità contemporaneamente” Simone, ricordano i firmatari, “è in una cella con altri sette detenuti. Una cella destinata per quattro. In una condizione psichica molto provata.

Continuiamo a chiedere che sia tolto dal carcere e venga curato e rigenerato alla vita presso la Casa di Accoglienza della Pastorale carceraria di Napoli o in quella di Salerno”.

RUOLO CRUCIALE DELL’INDIGNAZIONE VIA SOCIAL ALL’INDOMANI DELL’INCENDIO

È bene ricordare che anche in questa circostanza ha giocato un ruolo fondamentale l’indignazione via social all’indomani dell’incendio.

La condanna violenta e unanime del gesto, che ha trasformato questo disadattato in un criminale. Salvo poi comprendere che, la misura carceraria per un soggetto che si è macchiato di questo “delitto” è sicuramente sproporzionata. Dunque il repentino ripensamento e le lacrime di coccodrillo di una società sempre più ipocrita e ingiusta.

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