sabato, Novembre 23, 2024
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Inclusione, a Napoli il progetto “Donne: una patente per l’accoglienza”

Inclusione, a Napoli il progetto “Donne: una patente per l’accoglienza”

Presentato il Protocollo d’intesa sottoscritto dal Comune di Napoli, dalla Direzione Generale della DIREZIONE GENERALE TERRITORIALE del Sud del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasposti, da UNHCR Agenzia ONU per i Rifugiati e dalle associazioni di categoria UNASCA e CONFARCA, attraverso il quale si intende coniugare il concetto di solidarietà con quello di inclusione.

Il nuovo progetto ha l’obiettivo di formare, per il conseguimento di una patente di categoria A1 o B, 100 conducenti donne con status di rifugiato, o richiedenti asilo, in possesso di un permesso di soggiorno o permesso di soggiorno per motivi umanitari.

L’iniziativa

A presentare l’iniziativa Chiara Cardoletti rappresentante di UNHCE:

“Sono donne che hanno deciso di prendere in mano la propria vita e di farne qualcosa di utile e di conseguenza guidare è fondamentale ringrazio moltissimo tutti quelli che hanno contribuito a rendere questo possibile”.

Ha aggiunto Alfredo Boenzi di Unasca:

Oltre all’integrazione, quindi l’accoglienza all’interno del nostro Paese, anche dare lo strumento per poter circolare liberamente all’interno del territorio“.

Coniugare solidarietà e inclusione

L’iniziativa intende dare continuità ai diversi progetti che la Direzione Generale Territoriale del Sud del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha già realizzato nel Comune di Napoli riguardanti, in particolare, contesti disagiati con l’obiettivo di diffondere la cultura della sicurezza stradale per recuperare e sviluppare le regole della cittadinanza e solidarietà. Soddisfazione nelle parole dell’assessore al Welfare Luca Trapanese:

“Le donne saranno scelte dalle associazioni del Terzo Settore, dall’UNHCR, ricordo che c’è questa funzione molto importante del nostro ufficio di posta One Shop Stop che abbiamo inaugurato tempo fa a Via Marina, dove ci sono una serie di attività legate all’immigrazione. C’è lo sportello della questura, della prefettura, dell’ASL, della consulta degli immigrati, c’è UNHCR che coordina le attività con un’associazione del terzo settore… E quindi è chiaro che le 100 donne arriveranno da richieste svariate di tutti gli enti che si occupano di immigrazione e di rifugiati”.
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