venerdì, Dicembre 6, 2024
HomeEconomiaJabil Marcianise, stop a licenziamenti ma i sindacati non brindano

Jabil Marcianise, stop a licenziamenti ma i sindacati non brindano

I sindacati sottolineano che la vertenza Jabil si protrae da troppi anni e l'azienda vuole ridurre il numero dei dipendenti

Stop alla procedura di licenziamento per i 190 lavoratori dello stabilimento di Marcianise della Jabil. L’industria elettronica, nel corso di un incontro online tra i vertici aziendali, il ministero delle Imprese e la Regione Campania, ha annunciato la decisione del ritiro del licenziamento.

PREOCCUPA L’ASSENZA DI UNA STRATEGIA INDUSTRIALE SUL FUTURO

Tuttavia, nonostante questa notizia positiva, i sindacati esprimono alcune riserve riguardo alla mancanza di una soluzione strutturale alla crisi di commesse che ancora affligge l’azienda, mettendo a rischio il futuro dei lavoratori Jabil.

Sonia Oliviero, segretaria generale della Cgil di Caserta, e Francesco Percuoco, segretario della Fiom-Cgil, il sindacato dei metalmeccanici casertani, accolgono con favore il ritiro dei licenziamenti, ma esprimono preoccupazione per l’assenza di una strategia industriale in grado di garantire un futuro sostenibile allo stabilimento di Marcianise.

PREVISTA ULTERIORE PROROGA DELLA CASSA INTEGRAZIONE DAL 1° GIUGNO

I sindacalisti sottolineano che la vertenza Jabil si protrae da troppi anni. E che l’azienda, attraverso vari piani industriali, ha costantemente manifestato l’intenzione di ridurre drasticamente il numero di dipendenti del sito casertano. E con l’obiettivo di arrivare a soli 250 lavoratori rispetto ai poco più di 440 attuali.

La cassa integrazione è stata un meccanismo ripetutamente utilizzato per evitare licenziamenti, incluso l’ultimo intervento a febbraio, quando la cig è stata prorogata di tre mesi. I sindacalisti esigono chiarezza sulle discussioni in corso con il governo, lamentando di essere stati esclusi dai negoziati senza la possibilità di valutare le soluzioni proposte.

LE POSIZIONI DI CGIL CASERTA E FIOM-CGIL

Secondo Oliviero e Percuoco eventuali soluzioni non devono gravare esclusivamente sui lavoratori. Non possono esserci accordi che si rivelano vuoti. Dove gli unici a pagarne le conseguenze sono sempre i dipendenti. Come esempio, citano il caso dell’azienda Orefice. L’azienda dopo aver ricevuto finanziamenti dalla multinazionale americana Jabil ha licenziato i 23 ex lavoratori. E senza rispettare gli impegni assunti nelle sedi istituzionali. I sindacalisti chiedono che venga immediatamente trovata una soluzione per questi lavoratori (in scadenza della Naspi) come promesso dal Ministero e dalla Regione Campania.

Skip to content