lunedì, Novembre 18, 2024
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Migranti: in Europa le richieste d’asilo aumentano del +28%

L’Euaa, l’Agenzia dell’Ue per l’asilo, ha registrato un significativo aumento dei richiedenti. E le stime per fine anno non mostrano un’inversione di tendenza, anzi.

Migranti, l’Agenzia dell’Ue per l’asilo mostra l’aumento del 28% delle richieste nei paesi dell’Unione Europea, in Norvegia e in Svizzera. E questo, soltanto nella prima metà del 2023.

Si stimano, infatti, circa 519mila domande d’asilo, che a questo ritmo è quasi sicuro arriveranno al milione entro la fine dell’anno.

Le richieste d’asilo da parte dei migranti affondano le radici in nazionalità dominate dal conflitto: Afghanista, Siria, Venezuela, Colombia, Turchia, rappresentano infatti i luoghi di provenienza del 44% dei richiedenti. Per loro, l’Europa è il primo porto sicuro.

LA GERMANIA È LA PRIMA NAZIONE IN TERMINI DI RICHIESTE

La maggior parte dei migranti ha intenzione di recarsi in Germania. L’Eurostat ha stimato, infatti, che solo la nazione tedesca tra il 2012 e il 2021 ha ricevuto il più alto numero di richiedenti in Europa, 2,2 milioni di persone.

Il numero è già impressionante di per sé, ma lo diventa ancor di più se si calcola che le richieste in Francia e in Spagna solo circa la metà e che, rispetto al 2022, la Germania ha fatto fronte a un ulteriore aumento del 34% dei richiedenti asilo.

L’ITALIA E LA SITUAZIONE MIGRANTI

Come si colloca l’Italia in questo quadro? Secondo i rapporti Euaa, il Bel Paese è al quinto posto, le richieste d’asilo dei migranti sono circa 84mila nel 2022, ben inferiori a quelle della Francia, per esempio, che ne ha ricevute 156mila. Nel 2023, per il momento, le domande d’asilo in Italia sono circa 64mila.

Emerge un ritratto in cui l’Italia non è la prima meta desiderabile da chi sceglie di abbandonare il proprio paese, ma soltanto il primo porto disponibile agli sbarchi. Su questa scia, l’Italia detiene un primato: è tra i paesi dell’Ue che meno si sono impegnati a ricollocare nel territorio i rifugiati di guerra: solo 80 nel 2022 a fronte, per esempio, dei 5000 di cui si è occupata solo la Svezia.

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